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Eucarestia o mangiare un pasto?

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2014 19:07
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18/03/2014 18:14

TNM Vs le altre versioni


 Un altro esempio che dimostra il pregiudizio teologico nella traduzione del nuovo mondo è la resa di Atti 2:42:

"E continuavano a dedicarsi all’insegnamento degli apostoli e a partecipare [l’uno con l’altro], a prendere i pasti e alle preghiere."

Suona strano che in mezzo alle preghiere, alla comunione e all'insegnamento si parli dei pasti, vediamo come traducono la stragrande maggioranza delle altre versioni:

"Essi erano perseveranti nel seguire l'insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere."

La nota in calce della TNM con riferimenti conferma che letteralmente c'è scritto “allo spezzare il pane”, ma per evitare che il lettore comprenda che si stesse parlando dell'Eucaristia interpreta con "prendere i pasti" la famosa letteralità tanto osannata della TNM va a farsi friggere quando c'è di mezzo il proprio apparato dottrinale.
Vediamo le note di alcune traduzioni prestigiose e dizionari:

«spezzare il pane: è la frase tipica per designare il rito dell’Eucarestia (col quale nome traduce la
versione siriaca)» 646

«spezzare del pane: con tutta probabilità si vuole indicare l’Eucarestia, che veniva celebrata durante i pasti in comune. Cfr. At 20,7 e 1Co 10,16» 647

«La “cena del Signore” (così è detta in 1Corinzi 11,20; in seguito “eucaristia”, cioè “ringraziamento”) è il cuore della celebrazione della fede cristiana a livello comunitario… In primo luogo c’è la convinzione che il pane e il vino del pasto comune racchiudano una vera forma di presenza reale di Gesù in mezzo ai suoi discepoli» 648

«In At 2,42 abbiamo la descrizione della liturgia di un’assemblea cultuale della comunità primitiva…: alla didachê (che poteva essere sostituita anche dalla lettura di una lettera) e al pasto comune (koinwn…v, koinōnìa) seguiva immediatamente la cena del Signore (klasis tou artou, lo spezzare del pane) che finiva con salmi e preghiere»649

«E’ il primo dei cosiddetti sommari, cioè brevi ricapitolazioni della vita della prima comunità cristiana. Qui sono notate quattro cose: predicazione degli apostoli; vita comune o koinonia, che significa unione di animi e comunicazione di beni; spezzare il pane, e cioè partecipare all’Eucarestia; la preghiera in comune, guidata dagli apostoli, cf 4,32-35»650

« - per la celebrazione della Cena del Signore: il testo originale dice per spezzare il pane (vedi 2,42). Sono espressioni equivalenti, ed esprimono il riferimento ad un momento essenziale dell’iniziazione cristiana»651

«frazione del pane: vedere v 46; 20,7.11; 27,35; Lc 24,30.35. L’espressione per sé richiama un pasto giudaico, nel quale chi presiede, prima di dividere il pane, pronunzia una benedizione. Ma nel linguaggio cristiano si intende il rito eucaristico (1Cor 10,16; 11,24; Lc 22,19p; 24,35+). Questo (v 46) non veniva celebrato nel tempio, ma in qualche casa e non era disgiunto da un vero pasto (cf. 1Cor 11,20-34).» 652

646 RICCIOTTI, 42, 1542
647 "Atti degli Apostoli" Paoline, Roma 1982, pag 37, 79
648 Romano Penna, Il DNA del Cristianesimo…, 284
649 DCBNT, 232-233
650 NVP, 42-47, 1678
651 TILC, 20,7, 1547
652 BG (la bibbia di Gerusalemme (1977 riportate anche nell'edizione 2008), nota atti 2,42, pag 2330

L'ultima nota chiarisce il punto inserendo come prova 1co 11:20-34 che esaminiamo nel dettaglio:

"20 Quando poi vi riunite insieme, quello che fate, non è mangiare la cena del Signore; 21 poiché, al pasto comune, ciascuno prende prima la propria cena; e mentre uno ha fame, l'altro è ubriaco. 22 Non avete forse le vostre case per mangiare e bere? O disprezzate voi la chiesa di Dio e umiliate quelli che non hanno nulla? Che vi dirò? Devo lodarvi? In questo non vi lodo. 23 Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso; cioè, che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane, 24 e dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 25 Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne berrete, in memoria di me. 26 Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga». 27 Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. 28 Ora ciascuno esamini sé stesso, e così mangi del pane e beva dal calice; 29 poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro sé stesso, se non discerne il corpo del Signore. 30 Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono. 31 Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati; 32 ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, per non essere condannati con il mondo. 33 Dunque, fratelli miei, quando vi riunite per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri. 34 Se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi riuniate per attirare su di voi un giudizio. Quanto alle altre cose, le regolerò quando verrò."

Come si nota esaminando il testo di Corinti quando i cristiani si riunivano per mangiare insieme, celebravano l'Eucaristia, i pasti nel senso comune del termine invece si facevano ognuno nelle proprie case, Paolo redarguisce i Corinti perché non davano la giusta importanza a questa celebrazione in quanto si comportavano come se fossero pasti normali (ovvero come vuol far credere la TNM in atti 2).


"
[Modificato da (Mario70) 18/03/2014 22:12]
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Didaché +-100 d.C


Uno dei testi cristiani più antichi, la didaché, attesta questa usanza con queste parole:
"Il giorno del Signore, riunitevi; spezzate il pane e rendete grazie: però dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro. Chiunque ha qualche dissenso con il suo vicino, non si unisca a voi, prima che essi non si siano riconciliati, altrimenti il vostro sacrificio sarebbe profanato. Infatti di questo sacrificio il Signore ha detto: In ogni luogo e in ogni tempo mi viene offerto un sacrificio puro, perché io sono un grande re - dice il Signore - e il mio nome è ammirabile tra le genti (Ml 1,11.14).  Riguardo poi all'eucaristia farete il ringraziamento in questo modo. Anzitutto sopra il calice: «Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la santa vite di Davide tuo servo [secondo alcuni significa Gesù, secondo altri la Chiesa, e secondo altri, ancora, il vino consacrato], che ci hai fatto svelare da Gesù Cristo tuo servo. A te sia gloria nei secoli. Amen». Poi sopra il pane spezzato: «Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la vita e per la conoscenza che ci hai fatto svelare da Gesù Cristo tuo servo. A te sia gloria nei secoli. Amen. / Come questo pane spezzato era sparso sui colli e raccolto è diventato una cosa sola, così si raccolga la tua Chiesa dai confini della terra nel tuo regno: perché tua è la gloria e la potenza per mezzo di Gesù Cristo nei secoli. Amen».  Nessuno mangi o beva della vostra eucaristia, se non i soli battezzati nel nome del Signore, poiché egli ha detto: Non date le cose sacre ai cani (Mt 7,6). Dopo esservi saziati ringraziate così: «Ti ringraziamo, o Padre santo, per il tuo santo nome, che hai fatto abitare nei nostri cuori, e per la sapienza, la fede, l'immortalità che ci hai fatto svelare da Gesù Cristo tuo servo. A te sia gloria nei secoli. Amen. / Tu, Signore onnipotente, hai creato tutte le cose a gloria del tuo nome e hai dato ai figli degli uomini cibo e bevanda perché ti lodino; ma a noi hai fatto la grazia di un cibo e di una bevanda spirituale e della vita eterna per opera di Gesù il servo tuo. / Anzitutto ti ringraziamo perché sei potente. A te sia gloria nei secoli. Amen. / Ricordati, o Signore, della tua Chiesa, liberala da tutti i mali, rendila perfetta nel tuo amore, riuniscila dai quattro venti santificata, nel tuo regno che per lei hai preparato. Perché tuo è il potere e la gloria nei secoli. Amen. / Venga la grazia e passi questo mondo! Osanna al Dio di Davide! Chi è santo si avvicini, chi non lo è si converta. Maranathà [espressione aramaica che significa: Il Signore nostro viene, oppure: Il Signore nostro è venuto]».  Didachè, 14.9-10
[Modificato da (Mario70) 18/03/2014 22:13]
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16/08/2014 19:06

Giustino martire vissuto nella metà del II secolo:


"A nessun altro è lecito partecipare all’Eucaristia, se non a colui che crede essere vere le cose che insegniamo, e che sia stato purificato da quel lavacro istituito per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e poi viva così come Cristo ha insegnato.
Noi infatti crediamo che Gesù Cristo, nostro Salvatore, si è fatto uomo per l’intervento del Verbo di Dio. Si è fatto uomo di carne e sangue per la nostra salvezza. Così crediamo pure che quel cibo sul quale sono state rese grazie con le stesse parole pronunciate da lui, quel cibo che, trasformato, alimenta i nostri corpi e il nostro sangue, è la carne e il sangue di Gesù fatto uomo.
Gli apostoli nelle memorie da loro lasciate e chiamate vangeli, ci hanno tramandato che Gesù ha comandato così: Preso il pane e rese grazie, egli disse: «Fate questo in memoria di me. Questo è il mio corpo». E allo stesso modo, preso il calice e rese grazie, disse: «Questo è il mio sangue» e lo diede solamente a loro.
Da allora noi facciamo sempre memoria di questo fatto nelle nostre assemblee e chi di noi ha qualcosa, soccorre tutti quelli che sono nel bisogno, e stiamo sempre insieme. Per tutto ciò di cui ci nutriamo benediciamo il creatore dell’universo per mezzo del suo Figlio Gesù e dello Spirito Santo.
E nel giorno, detto del Sole, si fa l’adunanza. Tutti coloro che abitano in città o in campagna convengono nello stesso luogo, e si leggono le memorie degli apostoli o gli scritti dei profeti per quanto il tempo lo permette.
Poi, quando il lettore ha finito, colui che presiede rivolge parole di ammonimento e di esortazione che incitano a imitare gesta così belle.
Quindi tutti insieme ci alziamo ed eleviamo preghiere e, finito di pregare, viene recato pane, vino e acqua. Allora colui che presiede formula la preghiera di lode e di ringraziamento con tutto il fervore e il popolo acclama: Amen! Infine a ciascuno dei presenti si distribuiscono e si partecipano gli elementi sui quali furono rese grazie, mentre i medesimi sono mandati agli assenti per mano dei diaconi.
Alla fine coloro che hanno in abbondanza e lo vogliono, danno a loro piacimento quanto credono. Ciò che viene raccolto, è deposto presso colui che presiede ed egli soccorre gli orfani e le vedove e coloro che per malattia o per altra ragione sono nel bisogno, quindi anche coloro che sono in carcere e i pellegrini che arrivano da fuori. In una parola, si prende cura di tutti i bisognosi.Ci raduniamo tutti insieme nel giorno del Sole, sia perché questo è il primo giorno in cui Dio, volgendo in fuga le tenebre e il caos, creò il mondo, sia perché Gesù Cristo nostro Salvatore risuscitò dai morti nel medesimo giorno. Lo crocifissero infatti nel giorno precedente quello di Saturno e l’indomani di quel medesimo giorno, cioè nel giorno del Sole, essendo apparso ai suoi apostoli e ai discepoli, insegnò quelle cose che vi abbiamo trasmesso perché le prendiate in seria considerazione."

Dalla «Prima Apologia a favore dei cristiani» di san Giustino, martire


Evidentemente il "Giorno del Sole" o del "Signore" è la Domenica.
[Modificato da (Mario70) 16/08/2014 19:07]
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