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Nascita di Adamo VS ritrovamenti archeologici legati all'uomo

Ultimo Aggiornamento: 17/01/2024 09:56
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12/10/2023 13:39

Oltre i 100000 anni
B]Tra i 170000 anni e i 130000 anni fa, l'uomo di Altamura girovagava in puglia:

" Abbiamo, quindi, potuto prelevare per la prima volta, in condizioni di sterilità e con una laboriosa procedura tramite braccia teleguidate, un piccola porzione ossea di una scapola, già frammentata. Su questo reperto – spiega l’antropologo – abbiamo effettuato tre linee d’indagine distinte, ma complementari, attese da tempo: quella genetica, morfologica, e la datazione esatta”.

Numerose le informazioni che queste ossa umane preistoriche stanno cominciando a restituire agli studiosi sul nostro antico passato. “Uno dei risultati più importanti – spiega Manzi – è che i miei colleghi dell’Università di Firenze sono riusciti a estrarre il Dna, evento già di per sé straordinario. Non era assolutamente detto, infatti, che si fosse conservato”. L’analisi del Dna, unita alle indagini morfologiche, ha permesso agli scienziati di fissare un primo paletto. Confermare, cioè, che l’uomo di Altamura è effettivamente un Homo neanderthalensis. Ma ci sono anche altre analisi che hanno dato significativi riscontri. La datazione con il metodo uranio/torio ha, ad esempio, permesso di stabilire che l’uomo di Altamura è molto arcaico per essere un Neanderthal. “Attraverso le nostre indagini – precisa Manzi – abbiamo ottenuto una datazione compresa tra i 170 e i 132mila anni fa”.



www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/29/uomo-altamura-italiano-completo-fossile-neanderthal-svela-evoluzione-uomo-in-europa/...
www.lescienze.it/news/2016/04/26/news/viso_cranio_uomo_altamura-...


210000 anni fa il Sapiens girovagava in europa:

Le più recenti pubblicazioni accademiche, datate 10 luglio 2019 (Università di Tubinga pubblicati su Nature)[6], riportano che il più antico esemplare in Eurasia ad oggi noto di Homo sapiens è stato scoperto in una grotta, denominata Apidima, del Peloponneso (Grecia) nelle vicinanze di Kalamata e Sparta, in uno studio fatto sui ritrovamenti in un sito inizialmente scoperto nel 1978 dal Museo Archeologico di Grecia in collaborazione con il Laboratorio di Geologia Storica Paleontologica dell'Università di Atene, e dell'Università Aristotele di Salonicco, con a capo della ricerca Theodoris Spitzios.

I ricercatori scoprirono circa 20 000 reperti (ossa, denti, strumenti litici e altro, tra cui due crani, denominati Apidima 1 e Apidima 2); il cranio "Apidima 1" è la più antica testimonianza ad oggi ritrovata di Homo sapiens, datato ad oltre circa 210 000 anni fa. Apidima 1 è stato datato col metodo scientifico attualmente più evoluto basato sull'Uranio-Torio-230 (stabilizzazione del carbonato di calcio) ed è risultato più antico di decine di migliaia di anni rispetto agli antecedenti reperti di Homo sapiens con datazione certa ritrovati in Africa o Europa, precedentemente considerati i più vecchi, con un salto cronologico impressionante che ridiscute tutta la teoria del Sapiens. La ricercatrice a capo del progetto Katerina Harvati spiega che almeno due popolazioni vivevano in Grecia meridionale nel Pleistocene medio: una primigenia popolazione di Homo sapiens, seguita dalle evidenze dei ritrovamenti dopo circa 40 000 anni da una popolazione di neandertaliani. Al 2021 sono in corso le estrazioni del DNA dagli antichissimi ritrovamenti, anche se, secondo lo stesso Team, l'operazione potrebbe essere difficilissima.

Uomo andino. L'abbigliamento varia notevolmente e caratterizza l'aspetto esteriore umano per epoche, clima, etnie, età, status sociale e cultura.

Dall'origine ipotizzata di provenienza africana della specie[3] ("Out of Africa Hypothesis", ipotesi nella quale l'uomo sarebbe nato in Africa e successivamente in espansione nel resto del mondo[7]), nei ritrovamenti etiopici in tufi vulcanici della valle del fiume Omo, si possono datare con tecniche basate sui rapporti isotopici dell'argon, a 195 000 anni (con un'incertezza di ±5 000 anni) due esemplari (Omo II e Omo I), rispettivamente di H. erectus moderno e H. sapiens arcaico (da cui secondo quest'ipotesi si sarebbero evoluti gli uomini attuali); ad oggi, H. sapiens si è diffuso su tutta la superficie delle terre emerse (attualmente anche in Antartide, a scopi scientifici, e nonostante il clima inospitale) con una popolazione totale che ha superato, nel marzo 2017, i 7,4 miliardi di individui.[8] Secondo ritrovamenti avvenuti in Marocco nel 2017, l'Homo sapiens avrebbe cominciato a diffondersi secondo lo studio di Daniel Richter e Shannon McPherron del Max Planck Institute, nell'intero continente africano già 315 000 anni fa, stimando la datazione del sito dei ritrovamenti.[9]
...

Dal punto di vista anatomico, gli umani moderni appaiono in testimonianze di reperti della grotta di Apidima in Grecia (Europa) risalenti a 210 000 anni fa[11] e successivamente 80 000 anni più tardi in altri reperti risalenti 130 000 anni fa in Africa[12][13]. Inoltre, sono stati rinvenuti in tufi vulcanici della valle del fiume Omo in Etiopia resti risalenti a 195 000 anni fa, datati con tecniche basate sui rapporti isotopici dell'argon, con un'incertezza di ±5 000 anni[3].

it.m.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiens

www.science.org/content/article/skull-fragment-greek-cave-suggests-modern-humans-were-europe-more-200000-y...

Pietre di selce lavorate dall'uomo tra i 300000 e gli 80000 anni fa:

"E' stata per la prima volta trovata in Cina la testimonianza della tecnica di fabbricazione dell’Età della Pietra considerata “perduta”, perché mai rinvenuta in Asia: la prova arriva da selci lavorate, cioè strumenti in pietra, risalenti al periodo compreso tra 170.000 e 80.000 anni fa.

La scoperta, guidata dall’Università di Wollongong in Australia e pubblicata sulla rivista Nature, colma finalmente la lacuna nei ritrovamenti archeologici asiatici e mette in dubbio l’ipotesi che le tecniche di lavorazione più avanzate vennero introdotte dall’Occidente. Le evidenze archeologiche di Africa ed Europa testimoniano un’evoluzione importante nelle tecniche di lavorazione delle pietre tra 300.000 e 200.000 anni fa: mentre prima gli strumenti si ottenevano da un nucleo centrale di pietra scheggiato, in seguito si passò ad utensili più elaborati e dai molteplici usi, sfruttando le schegge prodotte dal nucleo.

Tuttavia in Cina questa fase non è mai stata trovata, saltando direttamente dalla fase precedente ad una successiva ancora più avanzata, che per questo motivo si pensava fosse arrivata in Oriente grazie a migrazioni. I ricercatori guidati da Yue Hu hanno analizzato 2.273 strumenti litici rinvenuti nella grotta di Guanyindong, nella Cina sud-occidentale: 45 di questi sono risultati appartenere alla tecnica “perduta” e sono stati datati ad un periodo compreso tra 170.000 e 80.000 anni fa, quindi contemporanei a quelli dello stesso tipo usati in Occidente. I ricercatori ipotizzano che la scarsità di reperti simili in Asia possa essere dovuta a popolazioni più piccole e disperse in un territorio molto vasto"

www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/ragazzi/news/2018/11/19/il-coltellino-milleusi-delleta-della-pietra-_45f43f28-cb00-4739-b24d-7001d4403...

476000 anni fa scoperta la struttura in legno più antica del mondo

Forse gli uomini nell’età della Pietra costruivano strutture in legno già mezzo milione di anni fa, quindi non erano nomadi, a differenza di quanto si pensava fino ad oggi. A dirlo, una nuova ricerca condotta da un team dell’Università di Liverpool e dell’Università di Aberystwyth. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, riguarda lo scavo di legno ben conservato nel sito archeologico di Kalambo Falls, in Zambia, risalente a almeno 476.000 anni fa e precedente all’evoluzione della nostra specie, Homo sapiens.

L’analisi esperta di segni di taglio di attrezzi in pietra sul legno mostra che questi antichi esseri umani modellavano e univano due grossi tronchi per creare una struttura, probabilmente il fondamento di una piattaforma o parte di una dimora. Si tratta della prima evidenza, in qualsiasi parte del mondo, della lavorazione deliberata di tronchi per farli combaciare.

Fino a questo momento, le prove dell’uso dell’umanità per il legno si limitavano al suo utilizzo per la produzione di fuoco, bastoni da scavo e lance. Il legno è raramente rinvenuto in siti così antichi, poiché di solito marcisce e scompare, ma a Kalambo Falls i livelli d’acqua costantemente elevati hanno preservato il legno. Questa scoperta sfida l’opinione predominante che gli esseri umani dell’Età della Pietra fossero nomadi.
...
Hanno trasformato il loro ambiente per rendere la vita più facile, anche se fosse solo creando una piattaforma per sedersi vicino al fiume e svolgere i loro compiti quotidiani. Queste persone erano più simili a noi di quanto pensassimo”. La datazione specialistica dei reperti è stata effettuata da esperti dell’Università di Aberystwyth.

Hanno utilizzato nuove tecniche di datazione tramite luminescenza, che rivelano l’ultima volta in cui i minerali nella sabbia circostante i reperti sono stati esposti alla luce solare, per determinarne l’età. Il professor Geoff Duller dell’Università di Aberystwyth ha dichiarato: “Stabilire una datazione dei reperti è molto impegnativo e abbiamo utilizzato la datazione tramite luminescenza per farlo. Questi nuovi metodi di datazione hanno implicazioni di vasta portata, permettendoci di risalire molto più indietro nel tempo
, per ricostruire siti che ci offrono uno sguardo sull’evoluzione umana. Il sito di Kalambo Falls era stato scavato negli anni ’60 quando erano stati recuperati pezzi simili di legno, ma non erano stati in grado di datarli, quindi il vero significato del sito era poco chiaro fino ad ora”.

www.google.com/amp/s/www.agi.it/scienza/news/2023-09-20/scoperta-struttura-legno-piu-antica-mondo-archeologi-2312...
[Modificato da (Mario70) 12/10/2023 13:40]
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