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Trinità

Ultimo Aggiornamento: 02/11/2020 11:42
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18/05/2011 18:11

La dottrina della trinità, questa sconosciuta...


1) Differenza tra trinità e modalismo:


Studiando le pubblicazioni dei testimoni di Geova e conversando con loro, si nota una grande confusione riguardo quella che essi credono che sia la dottrina della trinità.
Chi conosce bene l'argomento, nota subito che i testimoni hanno una profonda ignoranza in merito all'argomento trinitario.
Elencherò ora alcune pubblicazioni ufficiali dei testimoni di Geova che dimostrano quanto sto affermando:

La torre di guardia 1/9/2009:

"Io e il Padre siamo uno”, disse Gesù. (Giovanni 10:30) Alcuni usano questo versetto per dimostrare che Gesù e il Padre sono due parti di un Dio trino. È questo che Gesù intendeva?"


Per i trinitari sia Gesù, ovvero il figlio di Dio, che suo padre, sono due persone distinte, non ci è mai venuto in mente di definire queste persone con il termine "parti di un Dio trino" Dio non è diviso in parti, ci mancherebbe altro!

"Diamo un’occhiata al contesto. Nel versetto 25 Gesù disse che compiva opere nel nome del Padre suo. Nei versetti da 27 a 29 parlò di pecore simboliche che il Padre suo gli aveva dato. Le due dichiarazioni di Gesù non avrebbero avuto molto senso per i suoi ascoltatori se lui e il Padre fossero stati la stessa identica persona... Nessuno concluderebbe che questo figlio e suo padre siano la stessa persona, ma tutti capirebbero il forte legame che li unisce."


Che bestemmia!!! E' il modalismo che asserisce questa eresia, ovvero che il padre e il figlio sono una stessa persona, la trinità ha sempre combattuto questa eresia!

" Come riportato in Luca 22:42, Gesù disse: “Si compia non la mia volontà, ma la tua”. Queste parole non avrebbero avuto senso se Gesù non avesse avuto una volontà distinta da quella del Padre. Se Gesù e il Padre fossero stati davvero una sola persona, perché Gesù avrebbe pregato Dio e ammesso umilmente di non sapere cose che solo il Padre sapeva?

Con somma sorpresa dei testimoni di Geova, anche i trinitari sono convinti che il padre e il figlio, nei rapporti intratrinitari, hanno due volontà distinte, sebbene concordi, anzi, vi sono due volontà anche per quanto riguarda la persona del figlio di Dio rispetto alle sue due distinte nature, ovvero quella umana e quella divina, il grande Atanasio e Giovanni Damasceno, coloro che più di ogni altra persona contribuirono alle definizioni della dottrina trinitaria ebbero a dire:

"Atanasio: “Quando disse "Padre se è possibile...", mostrò due volontà: una umana, che è della carne, e una divina che è di Dio”.

Giovanni Damasceno: “...avere nel Cristo come è consentaneo a due nature, duplici proprietà naturali delle due nature: cioè due naturali volontà, divina e umana; due naturali operazioni, divina e umana”.

La torre di guardia 1/6/1988 pag 10:

“2 Da questi racconti anche un bambino capirebbe che fra l’Iddio Onnipotente e Gesù Cristo intercorre la stessa relazione esistente fra un padre e il suo diletto figlio: si tratta di due individui diversi. Eppure, questa semplice verità biblica viene negata dalle religioni della cristianità, le quali sostengono ostinatamente che Gesù Cristo sia lo stesso Dio Onnipotente, la seconda persona di una Trinità in cui la terza sarebbe lo spirito santo.

10 In queste narrazioni Dio stava forse dicendo di essere figlio di se stesso e di aver inviato e approvato se stesso? No, Dio il Padre, il Creatore, stava dicendo di aver inviato suo Figlio Gesù, un essere distinto da lui, a compiere l’opera di Dio. Per questo in tutte le Scritture Greche l’espressione “Figlio di Dio” viene riferita a Gesù. Neppure una volta, però, troviamo l’espressione “Dio il Figlio”, in quanto Gesù non era l’Iddio Onnipotente. Era il Figlio di Dio. Si tratta di due persone diverse, e non c’è “mistero” teologico che possa cambiare questa verità.

15 Quando stava per morire, Gesù mostrò la propria sottomissione a suo Padre pregando: “Padre, se lo desideri, rimuovi da me questo calice. Tuttavia si compia non la mia volontà, ma la tua”. (Luca 22:42) Gesù chi stava pregando? Se stesso? No, stava pregando il suo Padre celeste. Lo si capisce bene dalle parole: “Si compia non la mia volontà, ma la tua”. In punto di morte, inoltre, Gesù gridò: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Marco 15:34) A chi era rivolto il grido di Gesù? A se stesso? No, a suo Padre che era in cielo.”



In questa pubblicazione continua ad essere evidenziata l'eresia modalista, che nulla ha a che fare con la dottrina trinitaria, lo ricordiamo di nuovo:

Per i trinitari le tre persone che sono Dio sono DISTINTE!

La torre di guardia 15/5/2002 pag 6:

“Quindi, secondo le Scritture, Geova è l’Iddio Onnipotente e Gesù è suo Figlio. I due non erano coeguali prima che Gesù venisse sulla terra e neppure durante la sua vita terrena; né Gesù divenne uguale al Padre dopo essere stato risuscitato alla vita celeste. (1 Corinti 11:3; 15:28) Come abbiamo visto, la cosiddetta terza persona della Trinità, lo spirito santo, non è una persona. È la forza che Dio impiega per fare qualsiasi cosa desideri. Quindi l’insegnamento della Trinità non è scritturale. “Geova nostro Dio è un solo Geova”, dice la Bibbia. — Deuteronomio 6:4.”


Secondo i tdg “coeguali” significa che il padre e il figlio sono la stessa persona, anche questo è falso, per i trinitari la coeguaglianza riguarda la natura delle tre persone, non la loro individualità.


Svegliatevi 22/4/2005 pag 6:


“La superiorità del Padre rispetto al Figlio, come pure il fatto che il Padre è una persona distinta, è evidenziata anche dalle preghiere di Gesù, come quella che pronunciò poco prima di essere ucciso: “Padre, se lo desideri, rimuovi da me questo calice [cioè, una morte ignominiosa]. Tuttavia si compia non la mia volontà, ma la tua”. (Luca 22:42) Se Dio e Gesù sono “uno nell’essenza”, come afferma la dottrina della Trinità, come poteva Gesù avere una volontà diversa da quella del Padre? — Ebrei 5:7, 8; 9:24.
Inoltre, se Geova e Gesù fossero uguali, come poteva uno di loro non sapere cose che l’altro sapeva? Per esempio, parlando del tempo del giudizio del mondo, Gesù disse: “In quanto a quel giorno o a quell’ora nessuno sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre”. — Marco 13:32.”



Stessi concetti ribaditi prima, come vedremo tra poco, con grande sorpresa dei tdg, i trinitari credono non solo che il padre il figlio e lo Spirito santo siano tre persone distinte, ma anche che il padre ha una preminenza sulle altre due persone trinitarie in quanto fonte eterna del figlio, da lui generato e del santo spirito da lui emanato, questo è uno dei fondamenti della dottrina trinitaria.


La torre di guardia 15/1/1992 pag 21:

Che Gesù non fosse in parte uno spirito quand’era sulla terra è confermato dalla dichiarazione di Pietro secondo cui Cristo ‘fu messo a morte nella carne, ma fu reso vivente nello spirito’. (1 Pietro 3:18) Solo perché era interamente umano Gesù poté provare ciò che provano gli uomini imperfetti e divenire così un sommo sacerdote compassionevole. Paolo scrisse: “Poiché non abbiamo come sommo sacerdote uno che non possa compatire le nostre debolezze, ma uno che è stato provato sotto ogni aspetto come noi, ma senza peccato”. — Ebrei 4:15.”

Secondo questa pubblicazione i trinitari crederebbero che Gesù era in parte uno spirito e che non fosse interamente umano, questa credenza si chiama modalismo adozionista e non ha nulla a che vedere con la trinità, per i trinitari Gesù quando era sulla terra era veramente uomo, esattamente come noi “tranne il peccato”.


La torre di guardia 15/5 1998 pag 21-23

"Per esempio, trattando la dottrina della Trinità potreste dire allo studente: ‘Quando Gesù si battezzò, si udì una voce dal cielo dire: “Tu sei mio Figlio, il diletto”. Se in quel momento Dio era veramente sulla terra e si stava battezzando, fece forse in modo che la sua voce andasse in cielo e tornasse indietro affinché fosse udita sulla terra? Non sarebbe stato un inganno? Dio, “che non può mentire”, avrebbe fatto una cosa del genere?’ — Luca 3:21, 22; Tito 1:1, 2. "

Di nuovo il corpo direttivo non capisce o fa finta di non capire, che il padre e il figlio per i trinitari sono due persone distinte e gioca con gli equivoci, fu la persona del figlio a battezzarsi nella sua natura umana, non certo il padre! Continuiamo con lo stesso articolo:

"Prendete ad esempio una donna che chiameremo Barbara. Per tutta la vita aveva creduto che Gesù fosse Dio e che facesse parte di una trinità insieme allo spirito santo. Poi un testimone di Geova le spiegò che Dio e Gesù sono due persone diverse e le mostrò dei passi biblici a conferma di quanto diceva. Barbara non poteva contraddire la Bibbia. Al tempo stesso si sentiva frustrata, perché era molto attaccata alla dottrina della Trinità.
Il Testimone ragionò pazientemente con Barbara. “Se tu volessi farmi capire che due persone sono uguali”, le chiese, “che rapporto di parentela useresti per illustrarlo?” Lei ci pensò su e poi rispose: “Farei l’esempio di due fratelli”. “Esattamente”, rispose il Testimone. “Magari due gemelli identici. Ma insegnandoci a considerare Dio come Padre e lui come Figlio, che idea trasmetteva Gesù?” “Capisco”, rispose Barbara, spalancando gli occhi. “Ci presenta uno dei due come più grande e con maggiore autorità”.
“Sì”, rispose il Testimone, “e specialmente l’uditorio di Gesù, formato da ebrei che vivevano in una società patriarcale, sarebbe giunto a questa conclusione”. Arrivando al punto, il Testimone aggiunse: “Se a noi è venuto in mente un esempio così calzante per insegnare l’idea di uguaglianza — quello di fratelli o gemelli identici — sicuramente Gesù, il grande Insegnante, avrebbe potuto fare altrettanto. Invece per descrivere la sua relazione con Dio usò i termini ‘padre’ e ‘figlio’”.
Barbara capì finalmente il punto e lo accettò. Il suo cuore era stato toccato grazie all’arte della persuasione."


Il testimone per screditare la trinità si mette a confutare il modalismo, e per fare questo usa proprio l'insegnamento ufficiale trinitario il quale sostiene la differenza tra la persona del padre e quella del figlio e la superiorità fontale del padre in quanto generante, nei confronti del figlio generato.
Se questa "Barbara" avesse approfondito meglio la dottrina della sua chiesa non sarebbe caduta in questo inganno.

La torre di guardia 1/1/1970 pag 6:


"Verso il quarto secolo alcuni ecclesiastici, compreso il giovane arcidiacono Atanasio, sostenevano che Gesù e Dio fossero una sola e medesima persona. D’altra parte, uomini come il presbitero Ario si attenevano all’atteggiamento biblico che Gesù fu creato da Dio ed era subordinato al Padre suo. "


Questa frase: "sostenevano che Gesù e Dio fossero una sola e medesima persona" non ha senso per un trinitario come Atanasio, nè si sognò mai di scriverla, egli credeva che Gesù fosse Dio come lo era suo padre, non che Dio era una sola persona con Gesù!!!


Vediamo ora cosa dice il libro “ragioniamo facendo uso delle scritture”, il manuale che usano i tdg quando vanno in predicazione, a pagina 403 al titolo “trinità”:

“Definizione: Dottrina fondamentale delle religioni della cristianità. Secondo il Simbolo Atanasiano, ci sono tre Persone divine (il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo), ciascuna delle quali sarebbe eterna e onnipotente, né maggiore né minore delle altre; ciascuna d’esse sarebbe Dio, e tuttavia non formerebbero che un solo Dio. Altre formulazioni del dogma sottolineano che queste tre “Persone” non sono entità separate e distinte, bensì tre manifestazioni dell’essenza divina. Perciò alcuni sostenitori della Trinità dicono di credere che Gesù Cristo sia Dio, o che Gesù e lo Spirito Santo siano Geova. Insegnamento non biblico.”


Mentre la prima parte dice una cosa vera, la seconda parte parla del modalismo (lo esamineremo in seguito) e non come asserisce il libro "altre formulazioni del dogma" perchè si sta parlando del dogma trinitario e non di quello modalista.

Opuscolo trinità pag. 18:


"Le stesse preghiere di Gesù sono un chiaro esempio della sua posizione inferiore. Quando stava per essere ucciso, mostrò chi era superiore chiedendo in preghiera: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”. (Luca 22:42, CEI) A chi rivolse quella preghiera? A una parte di se stesso? No, la rivolse a qualcuno che era nettamente distinto da lui, il Padre suo, Dio, la cui volontà era superiore e poteva non coincidere con la sua. Dio era il Solo che avrebbe potuto ‘allontanare quel calice’.
Poi, in punto di morte, Gesù gridò: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Marco 15:34, CEI) A chi si stava rivolgendo Gesù? A se stesso o a una parte di se stesso? Quel grido, “Dio mio”, non poteva certo essere pronunciato da qualcuno che pensava di essere Dio. E se Gesù era Dio, da chi era stato abbandonato? Da se stesso? Non ha senso. Gesù disse pure: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. (Luca 23:46) Se Gesù era Dio, perché mai avrebbe dovuto affidare il suo spirito al Padre?"


I tdg giocano con i termini facendo credere che i trinitari non sappiano che nella stragrande maggioranza dei casi quando si parla di "Dio" nel nuovo testamento, ci si riferisce al padre e non ad "una parte di se stesso", avrebbero ragione se i trinitari credessero che Gesù fosse "un modo di rivelarsi del padre", se egli fosse "la stessa persona del padre", ma così non è, per i trinitari il padre e il figlio sono due persone distinte ed in più, guardando Gesù di Nazaret dal punto di vista umano, vi è anche inferiorità di natura rispetto al padre, come ogni creatura è inferiore rispetto al suo creatore, ma lo esamineremo in seguito.

2) Spieghiamo ora cosa insegna realmente la dottrina della trinità:

Dal credo Niceno-costantinopolitano del 381 D.C.:

“Credo in un solo Dio Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra e di tutte le cose visibili e invisibili.
E in un solo Signore Gesù Cristo,

l’unigenito Figlio di Dio,

generato dal Padre prima di tutti i secoli:

luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, consustanziale al Padre, per mezzo del quale ogni cosa fu fatta.

Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli e si incarnò dallo Spirito Santo e da Maria Vergine, e si fece uomo.

Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, patì e fu sepolto, e risuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture.

È asceso ai cieli e siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi e i morti; il suo regno non avrà fine.

E nello Spirito santo, il Signore, vivificante, che procede dal Padre ["e dal figlio" aggiunse poi la chiesa di Roma], che con il Padre e il Figlio è insieme adorato e glorificato, che parlò per mezzo dei profeti.

E nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per la remissione dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del secolo futuro. Amen”


Sant'Atanasio vescovo (IV sec.)dalla Lett. 1 a Serap. 28-30:

“Non sarebbe cosa inutile ricercare l'antica tradizione, la dottrina e la fede della Chiesa cattolica, quella s'intende che il Signore ci ha insegnato, che gli apostoli hanno predicato, che i padri hanno conservato. Su di essa infatti si fonda la Chiesa, dalla quale, se qualcuno si sarà allontanato, per nessuna ragione potrà essere cristiano, né venir chiamato tale.
La nostra fede è questa: la Trinità santa e perfetta è quella che è distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e non ha nulla di estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita del Creatore e di realtà create, ma è tutta potenza creatrice e forza operativa. Una è la sua natura, identica a se stessa. Uno è il principio attivo e una l'operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e, in questo modo, è mantenuta intatta l'unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunziato un solo Dio che è al di sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed è in tutte le cose (cfr. Ef 4, 6). E' al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre, come principio e origine. Agisce per tutto, certo per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito Santo.
L'apostolo Paolo, allorché scrive ai Corinzi sulle realtà spirituali, riconduce tutte le cose ad un solo Dio Padre come al principio, in questo modo: «Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; e vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti» (1 Cor 12, 4-6).
Quelle cose infatti che lo Spirito distribuisce ai singoli, sono date dal Padre per mezzo del Verbo. In verità tutte le cose che sono del Padre sono pure del Figlio. Onde quelle cose che sono concesse dal Figlio nello Spirito sono veri doni del Padre. Parimenti quando lo Spirito è in noi, è anche in noi il Verbo dal quale lo riceviamo, e nel Verbo vi è anche il Padre, e così si realizza quanto è detto: «Verremo io e il Padre e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Dove infatti vi è la luce, là vi è anche lo splendore; e dove vi è lo splendore, ivi c'è parimenti la sua efficacia e la sua splendida grazia.
Questa stessa cosa insegna Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, con queste parole: «La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2 Cor 13, 13). Infatti la grazia è il dono che viene dato nella Trinità, è concesso dal Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo. Come dal Padre per mezzo del Figlio viene data la grazia, così in noi non può avvenire la partecipazione del dono se non nello Spirito Santo. E allora, resi partecipi di esso, noi abbiamo l'amore del Padre, la grazia del Figlio e la comunione dello stesso Spirito.”


Iniziamo dicendo che in ambito trinitario la dottrina della trinità viene chiamata con il termine di “trinitarismo ortodosso”, tutte le chiese cristiane oggi esistenti (tranne un esigua minoranza tra cui proprio i tdg) credono in esso, userò questo termine quando mi riferirò a tale dottrina.

Come abbiamo visto nel credo, per un trinitario il padre è distinto dal figlio, ma entrambi sono lo stesso Dio, hanno cioè la stessa natura divina in comune, proprio perché Cristo è figlio, si dice che è generato dal padre e non creato, infatti un figlio si genera non si crea, un figlio ha la stessa natura di chi lo genera e Dio genera Dio, come l’uomo genera l’uomo.
Andiamo avanti esaminando cosa dice l' XI Sinodo di Toledo (675) il quale chiarisce il ruolo principale del padre rispetto alle altre persone trinitarie (ruolo particolarmente caro alla chiesa ortodossa):

« Professiamo e crediamo che la santa ed ineffabile Trinità, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, secondo la sua natura è un solo Dio di una sola sostanza, di una sola natura, anche di una sola maestà e forza. E professiamo che il Padre non è generato, non creato, ma ingenerato. Egli infatti non prende origine da nessuno, egli dal quale ebbe sia il Figlio la nascita, come lo Spirito Santo il procedere. Egli è dunque la fonte e l'origine dell'intera divinità.»

In ambito teologico trinitario viene fatta una distinzione fra la Trinità da un punto di vista "ontologico" (ciò che Dio è) e da un punto di vista "economico" (ciò che Dio fa). Secondo il primo punto di vista le persone della Trinità sono uguali (hanno cioè la medesima natura, hanno in comune quindi l’ onniscienza, l’onnisapienza, l’onnipotenza), mentre non lo sono dall'altro punto di vista, cioè hanno ruoli e funzioni differenti.
L'affermazione "Figlio di", "Padre di" e anche "Spirito di" implica una dipendenza, cioè una subordinazione delle persone.
Il trinitarismo ortodosso rifiuta il "subordinazionismo ontologico" (inferiorità o differenza di sostanza), ma accetta quello economico o razionale o logico:
Essendo il Padre, la fonte di tutto (come evidenziato dal sinodo di Toledo), ha una relazione monarchica con il Figlio e lo Spirito, i quali accettano la supremazia del padre razionalmente, senza per questo essere inferiori o differenti nella loro identica natura divina.

3) Cosa credono i modalisti:

Per capire quanto siano lontani i testimoni di Geova dal conoscere la dottrina trinitaria, esamineremo ora in cosa consisteva la grande eresia modalista dei primi secoli.

Monarchianismo (dal greco μoνoς - mone, unico e αρχεω - arché, principio) era un movimento teologico fiorito nel II e III secolo. Alla sua base stava l'unità del concetto di Dio che, di conseguenza, comportava la negazione della Trinità e della natura divina di Cristo.
La parola "Monarchiani" fu usata per la prima volta da Tertulliano come nomignolo per i Patripassiani (fu il padre a morire in croce) ma veniva usata solo raramente dagli antichi.
In tempi moderni il significato del termine è stato esteso ed ora comprende: i Monarchiani modalisti, anche detti Patripassiani o Sabelliani, e i Monarchiani dinamici o Adozionisti.

Monarchianismo dinamico o adozionista:

Il loro antico nome era teodoziani poiché il fondatore della setta fu un conciatore di pelli di Bisanzio chiamato Teodoto. Questi giunse a Roma sotto papa Vittore I (circa 190-200).
Egli insegnava (Philosophumena, VII, XXXV) che Gesù era semplicemente un uomo (psilos anthropos) nato da una vergine, che visse come gli altri uomini, e che era molto pio tanto che, al suo battesimo nel Giordano, il Cristo entrò in lui sotto forma di colomba. Da quel momento fu "adottato" come figlio di Dio. Per questo motivo Gesù non poté fare miracoli (dynameis) finché lo Spirito (che Teodoto chiamò Cristo) non discese su di lui. Essi non ammettevano che questo avvenimento facesse di lui Dio, ma alcuni di loro sostenevano che divenne Dio dopo la sua risurrezione. Si narra che Teodoto fosse stato catturato, insieme ad altri, a Bisanzio perché Cristiano e che avesse negato Cristo, mentre i suoi compagni erano stati martirizzati. Dopo questi avvenimenti scappò a Roma, dove inventò l'eresia per giustificare la sua caduta e dove diceva che era solo un uomo e non Dio colui che aveva negato.
Papa Vittore lo scomunicò, ed egli radunò una sua setta.


Monarchianismo modale o modalismo

I Monarchiani propriamente detti (modalisti) esasperavano l'unicità del Padre e del Figlio così da farne una sola Persona; in questo modo, le Persone della Trinità erano semplici energie o modi di apparire della Divinità:
Dio Padre apparve sulla terra come Figlio; per questa ragione, ai loro oppositori, sembrava che i monarchiani facessero patire e soffrire il Padre. Ad occidente furono chiamati Patripassiani, mentre ad oriente Sabelliani. Il primo di loro a visitare Roma, probabilmente, fu Prassea, che poco prima del 206-208 era attivo a Cartagine; tuttavia, questi non era, apparentemente, un eresiarca perché gli argomenti confutati, in seguito, da Tertulliano nell'Adversos Praxean erano, indubbiamente, propri dei monarchiani romani.
La dottrina modalista fu, probabilmente, elaborata da Noeto (da cui Noeziani), vescovo di Smirne (Epifanio, per un errore, sosteneva provenisse da Efeso). Secondo alcuni autori, tuttavia, il fondatore di questa setta fu Prassea, che fu oggetto di una feroce campagna denigratoria architettata da Tertulliano in quanto antimontanista. In ogni caso, Noeto scelse per sé il nome di Mosè e per suo fratello quello di Aronne. Quando venne accusato di insegnare che il Padre patì sulla croce, egli negò, ma, dopo che ebbe trovato alcuni discepoli, fu nuovamente interrogato, ed espulso dalla Chiesa (Assemblea di Smirne del 200).
Morì poco dopo senza ricevere sepoltura cristiana. Ippolito lo sbeffeggiava sostenendo che fosse un seguace di Eraclito poiché, in ossequio alla teoria dell'unione degli opposti, sosteneva che Dio è sia visibile che invisibile.
Sabellio divenne presto il leader dei monarchiani di Roma, forse anche prima della morte di Zefirino (circa 218). Epifanio affermava che Sabellio avesse sviluppato le sue idee leggendo il Vangelo greco degli Egiziani; i frammenti di quell'apocrifo suffragano l'ipotesi. Ippolito sperava di convertire Sabellio alle sue idee, ma fallì e attribuì il suo fallimento all'influenza di Callisto. Comunque, il papa scomunica Sabellio intorno al 220 ("temendomi", affermava Ippolito). Ippolito accusava ora Callisto di inventare una nuova eresia combinando le idee di Teodoto con quelle di Sabellio. Sabellio, probabilmente, era ancora a Roma quando Ippolito scrisse il Philosophumena (tra il 230 ed il 235). Nonostante le sue idee fossero condannate da un Sinodo tenutosi a Roma nel 262, il Sabellianismo sopravvisse fino al IV secolo. Marcello d'Ancyra sviluppò un proprio monarchianismo, che fu ulteriormente sviluppato dal suo discepolo Fotino.
Già San Giustino sapeva di Cristiani che insegnavano l'identità del Padre con il Figlio (Apol., I, 63; Dial., CXXVIII). In Hermas, come in Teodoto, il Figlio e lo Spirito Santo si confondevano. Ma furono Noeto e la sua scuola a negare categoricamente che l'unità della Divinità era compatibile con la distinzione in Persone. Consideravano il Logos un mero nome, o facoltà, o attributo, e fecero del Figlio e dello Spirito Santo semplici aspetti o modi di manifestarsi del Padre, identificando così Cristo con l'unico Dio.
Di Sabellio si sa solo che sosteneva che il Figlio era il Padre (così riferivano Novaziano, "De. Trin." 12, e Papa Dionisio). Sant'Atanasio di Alessandria narrava come sostenesse che il Padre è il Figlio ed il Figlio è il Padre, una hypostasis e due nomi. Ad ogni buon conto, egli sosteneva che le tre forme della Divinità corrispondevano ai vari modi in cui si manifestava nelle varie parti del racconto biblico:
• il Padre che crea il mondo nell'Antico Testamento;
• il Figlio che si incarna come descritto nei Vangeli;
• lo Spirito Santo che nella Pentecoste illumina gli Apostoli.

Questa coesistenza di tre nomi in un'unica persona veniva spiegata da Sabellio con l'esempio del sole: esso è composto di luce, calore e influsso astrologico, tre attributi non separabili perché parte di una unica entità. Come conseguenza di questo ragionamento, anche Sabellio traeva conclusioni patripassiane: il Padre, in realtà, si era incarnato, aveva vissuto e patito la Passione.

(spiegazioni prese da wikipedia alle rispettive voci:

http://it.wikipedia.org/wiki/Monarchianismo)

L’eresia modalista era considerata molto più grave di quella ariana e lo dimostra il VII canone del concilio di Costantinopoli:

“VII. Come bisogna accogliere coloro che si avvicinano all'ortodossia.
Coloro che dall'eresia passano alla retta fede nel novero dei salvati, devono essere ammessi come segue: gli Ariani, i Macedoniani, i Sabaziani, i Novaziani, quelli che si definiscono i Puri (Catari), i Sinistri, i Quattuordecimani o Tetraditi e gli Apollinaristi, con l'abiura scritta di ogni eresia, che non s'accorda con la santa chiesa di Dio, cattolica e apostolica. Essi siano segnati, ossia unti, col sacro crisma, sulla fronte, sugli occhi, sulle narici, sulla bocca, sulle orecchie e segnandoli, diciamo: Segno del dono dello Spirito Santo. Gli Eunomiani, battezzati con una sola immersione, i Montanisti, qui detti Frigi, i Sabelliani, che insegnano l'identità del Padre col Figlio e fanno altre cose gravi, e tutti gli altri eretici (qui ve ne sono molti, specie quelli che vengono dalle parti dei Galati); tutti quelli, dunque, che dall'eresia vogliono passare alla ortodossia, li riceviamo come dei gentili. E il primo giorno li facciamo cristiani, il secondo, catecumeni; poi il terzo, li esorcizziamo, soffiando per tre volte ad essi sul volto e nelle orecchie. E così li istruiamo, e facciamo che passino il loro tempo nella chiesa, e che ascoltino le Scritture; e allora li battezziamo.”


Quindi gli ariani (simili ai tdg attuali) potevano rientrare nella grande chiesa solo abiurando la loro credenza e ricevendo la cresima, mentre i sabelliani dovevano addirittura ribattezzarsi, come se non fossero mai stati cristiani.
[Modificato da (Mario70) 11/12/2013 11:49]
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