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Nascita di Adamo VS ritrovamenti archeologici legati all'uomo

Ultimo Aggiornamento: 17/01/2024 09:56
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Città: ROMA
Età: 54
Sesso: Maschile
09/05/2023 19:06

Secondo i testimoni di Geova e con loro molti gruppi fondamentalisti, Adamo nacque nel 4026 aev:

www.jw.org/it/biblioteca-digitale/libri/vera-fede/tavola-cronologica-della...

In realtà nel corso della loro storia lo hanno fatto nascere dal 4028 al 4025:

wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1955089?q=4026&p=doc

Vediamo alcune datazioni che la scienza ha dato per alcuni ritrovamenti archeologici che riguardano l'uomo:

6000 anni fa si produceva e si beveva vino in sicilia:

"Il team di archeologi che da anni scava all'interno delle cavità del Monte Kronio - in provincia di Agrigento - è guidato da Davide Tanasi dell'Università della South Florida, il quale ha voluto dare conto della ricerca sulla rivista The Conversation, in un articolo dal titolo significativo: Vino preistorico scoperto in caverne inaccessibili costringono a ripensare alla cultura dell'antica Sicilia.

Nonostante in quella zona della Trinacria l'umidità arrivi spesso al 100% e le temperature fino a 37 gradi, le grotte erano abitate già nel 6000 avanti Cristo, all'epoca dell'Età del rame, e per questo sono piene di vasi e recipienti lasciati lì dagli uomini primitivi. Ma a far interrogare gli studiosi è stato il liquido contenuto in queste giare e brocche, ai quali si è arrivati analizzando i campioni a disposizione grazie alle moderne tecnologie; si tratta di vino e il ritrovamento ha lasciato di stucco gli scienziati."

www.huffingtonpost.it/2018/02/16/la-scoperta-di-un-vino-di-6000-anni-fa-potrebbe-riscrivere-la-storia-della-sicilia_a_23362544/?fbclid=IwAR23Plx6mUZSHjhdGE2uKe71L7zcyz0cmdFzbVBrFsO2uAa_4Vx...

In Turchia consumavano cereali, legumi, latte, formaggi e..carne....già 8000 anni fa:

"Per questo studio, i ricercatori hanno analizzato i residui delle pietanze presenti sui frammenti dei contenitori provenienti dal tumulo occidentale di Çatalhöyük, risalenti a un periodo compreso tra il 5900-5800 aC. L’analisi ha rivelato che i contenitori presi in esame erano utilizzati per conservare cereali, legumi, carne e latticini. È stato dimostrato che i prodotti lattiero-caseari provenivano principalmente da pecore, capre ma anche da bovini: questa è la prima volta che dei ricercatori sono stati in grado di identificare quali animali sono stati effettivamente utilizzati per il latte...
I risultati di questo studio mostrano la bontà delle analisi delle proteine, che possono identificare i prodotti alimentari in situ fino al livello di specie, addirittura in campioni di 8000 anni fa. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che, in base ai dati archeologici, una maggiore varietà di alimenti, specialmente di origine vegetale, è stata probabilmente consumata a Çatalhöyük e che non erano conservati nei contenitori studiati o non erano presenti nei database che sono stati utilizzati per identificare le proteine. Gli approcci proteomici “shotgun” utilizzati dai ricercatori sono fortemente dipendenti dai database delle sequenze di riferimento e molte specie vegetali non sono rappresentate o hanno una rappresentazione limitata. Un aspetto importante del lavoro futuro dovrà essere l’espansione di questi database con più sequenze di riferimento."

pikaia.eu/la-dieta-degli-antichi-agricoltori/

Insediamenti in Cina da 7000 anni fa:

La cultura di Yangshao (仰韶文化S, Yǎngsháo wénhuàP) fu una civiltà neolitica insediata nel bacino centrale del Fiume Giallo, in Cina. Il nome deriva dal primo insediamento ritrovato nel 1921 a Yangshao, nella provincia cinese del Henan, dall'archeologo svedese Johan Gunnar Andersson.
Datata fra il 5000 e il 3000 a.C., la cultura di Yangshao fu diffusa principalmente nelle province del Henan, Shaanxi e Shanxi.

it.m.wikipedia.org/wiki/Cultura_di_Yangshao
it.m.wikipedia.org/wiki/Banpo


7000 anni fa In Transilvania si scriveva nelle tavolette d'argilla:

"Le ultime analisi al C 14 eseguite all’inizio del 2000 e calibrate con l’ausilio della dendrocronologia hanno dimostrato che le tavolette di Tartaria risalgono a un periodo che si estende dal 5370 al 5140 a.C.. Sono più vecchie del sistema di scrittura sumero di circa 2000 anni. Molto interessante è poi il fatto che le tavolette danubiane siano state trovate in una fossa funeraria tutta particolare, insieme con altri oggetti e con dei resti di ossa carbonizzate."

storia-controstoria.org/antiche-culture/tavolette-di-tartaria-la-scrittura-piu-antica-de...

Da notare che la misurazione con il c14 è stata calibrata con la deandrologia, quindi attendibile come lo sono i cerchi degli alberi...
Il mito del c14 non attendibile viene a crollare.

7275 anni fa in Boemia si costruivano casse per l'acqua:


Questa scoperta è un vero rompicapo per il tdg perché la sua datazione non è stata fatta solamente con il c14 ma con la dendrocronologia:


"Questa cassa di 7.275 anni è il più antico oggetto di legno costruito dall’uomo conosciuto

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Repubblica Ceca ha datato un’antichissima cassa di legno recuperata durante gli scavi per la costruzione di un’autostrada. Grazie alle datazioni dendrocronologica e al radiocarbonio è stato dimostrato che fu realizzata 7.275 anni fa; ciò la rende il più antico oggetto in legno costruito dall’uomo conosciuto, datato con certezza

Una cassa utilizzata per raccogliere acqua di 7.275 anni è l'oggetto in legno costruito dall'uomo più antico conosciuto dagli scienziati. È stata recuperata nel 2018, durante gli scavi per la costruzione dell'autostrada D35 nella Boemia orientale, nei pressi della città di Ostrov (Repubblica Ceca). Gli operai al lavoro, dopo averla individuata, hanno immediatamente allertato le autorità, e così il prezioso reperto è finito tra le mani degli archeologi, che hanno potuto studiarlo nel dettaglio.

A descrivere questo oggetto straordinario, risalente al Neolotico, è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Centro archeologico Olomouc, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Facoltà di scienze forestali e tecnologia del legno presso l'Università di Mendel, dell'Istituto di Archeologia dell'Accademia Ceca delle Scienze e dell'Università di Friburgo (Germania). Per datare la cassa – ovviamente deteriorata ma ancora in buono stato – i ricercatori guidati dai professori Jaroslav Peška e Tomas Kolar hanno utilizzato due tecniche: la datazione dendrocronologica, che si basa sulla conta degli anelli che si formano negli alberi, e quella più tradizionale al radiocarbonio.

Dalle analisi è emerso che l'albero (una quercia) da cui è stato estratto il legno della cassa fu abbattuto tra il 5.255 e il 5.256 avanti Cristo. Curiosamente una delle assi laterali è risultata più giovane di alcuni anni, molto probabilmente frutto di una riparazione. L'aspetto interessante risiede nel fatto che sebbene si conoscano diverse altre casse di legno risalenti a quel periodo – una trovata in Ungheria sarebbe più antica di 150 anni – soltanto quella recuperata nei pressi di Ostrov è stata sottoposta alla datazione dendrocronologica, di gran lunga più efficace di quella al radiocarbonio e in grado di certificare l'età dei reperti con maggiore precisione."

scienze.fanpage.it/questa-cassa-di-7-275-anni-e-il-piu-antico-oggetto-di-legno-costruito-dalluomo-con...


9000 anni fa gli uomini si curavano i denti con gli antenati dei trapani moderni:


"L'uomo della pietra andava dal dentista. È quello che è emerso dallo studio di diversi denti umani ritrovati recentemente nell'area anticamente occupata dal villaggio di Mehgarh, uno dei villaggi sedentari del periodo Neolitico ritrovato ai piedi dell'Hindukush, nell'attuale Pakistan. Un team di biologi e antropologi coordinati dal dipartimento di biologia animale e dell'uomo dell'università La Sapienza di Roma ha sottoposto i 4.800 denti ritrovati nel sito a un'attenta analisi e ha scoperto che undici molari tra quelli rinvenuti, appartenuti a nove adulti maschi e femmine, presentano evidenti segni di quelle che senza dubbio sono le cure dentistiche più antiche mai documentate fino ad ora. «Dai fori presenti nei denti è evidente che per curare la carie già 9.000 anni fa venivano impiegati strumenti simili ai moderni trapani da dentista» ha affermato Alfredo Coppa della Sapienza.
Trapani manuali. Dovevano essere estremamente efficienti gli antenati dei trapani, visto che in uno dei denti esaminati è addirittura evidente l'utilizzo di una tecnica di rimozione dello smalto sorprendentemente moderna. I denti risalgono tutti a un periodo di circa 1.500 anni compreso tra il 7.000 e il 5.500 a.C., quando il villaggio di Mehgarh era popolato soprattutto da pastori, da agricoltori e da artigiani esperti nella lavorazione della selce. E proprio di selce erano fatti i trapani rinvenuti: costituiti da bastoncini di legno di circa 15 centimetri ai quali erano fissate sottilissime punte di questo materiale, venivano fatti girare 20 volte al secondo con l'aiuto di un archetto così che il foro, di circa un millimetro di diametro, era completato in circa un minuto. "

www.focus.it/cultura/storia/dentisti-di-9000-anni-fa

11500 anni fa il più antico tempio a Gobekli Tepe in Turchia:

" Lentamente, cominciò ad emergere dal terreno un maestoso santuario megalitico, con muri in pietra grezza realizzati a secco e intervallati da massicci pilastri in calcare a forma di T alti 3 metri a delimitare quattro recinti circolari di una quindicina di metri. Nel mezzo di ciascun recinto, poi, si ergono due pilastri ancora più imponenti, ciascuno dei quali raggiunge i 5 metri di altezza e pesa circa 15 tonnellate. A rendere ancora più straordinaria l’opera megalitica contribuisce il fatto che tutti quegli impressionanti lastroni, posizionati con cura, furono abilmente intagliati impiegando solamente strumenti in pietra, visto che quella popolazione preistorica non aveva ancora sviluppato nessun utensile metallico. Numerose datazioni al radiocarbonio, per esempio quelle di Olivier Dietrich e Klaus Schmidt pubblicate nel 2010, hanno permesso di far risalire la struttura a 11.500 anni fa. Questo significa che gli abili costruttori di Gobekli Tepe erano in azione oltre 6.000 anni prima che le popolazioni dell’Inghilterra sud occidentale iniziassero l’erezione del famoso complesso di Stonehenge.
Secondo Schmidt si tratterebbe di una sorta di santuario dedicato al culto della morte e, con essa, al ricordo e alla venerazione degli antenati. Un’interpretazione che ne fa in assoluto il più antico tempio del mondo, ma che non vede il consenso di tutti gli archeologi. Abbastanza condivisa, a tal proposito, l’idea che la forma a T dei pilastri sia una rappresentazione astratta del corpo umano visto di lato. Un’interpretazione suffragata dalla presenza su alcuni pilastri di braccia, mani e oggetti di abbigliamento, quali cinture e perizomi.

Simbolismo astronomico
Ancora dibattuta, invece, l’interpretazione del vero significato della varietà di animali raffigurati a Gobekli Tepe. L’idea sostenuta dagli archeologi direttamente impegnati negli scavi è che gli animali rappresentati sui pilastri di ciascun recinto seguano l’intenzione di enfatizzare le differenti specie in differenti recinti. Di tutt’altro avviso sono invece Martin Sweatman e Dimitrios Tsikritsis, ricercatori dell’Università di Edimburgo, che a fine aprile hanno pubblicato su Mediterranean Archaeology and Archaeometry un’interessante interpretazione in chiave astronomica, una dettagliata analisi al centro della quale si collocano il recinto D e il pilastro 43, il cosiddetto pilastro dell’avvoltoio.

Secondo Sweatman e Tsikritsis gli animali raffigurati sul pilastro sarebbero la raffigurazione di antiche costellazioni. Una rappresentazione zoomorfa che, ovviamente, non coincide con quella attuale, ma che i due ricercatori ritengono di riuscire a ricostruire ricorrendo alla valutazione della disposizione degli astri e all’analisi statistica della sua affidabilità. In tale valutazione, per esempio, l’avvoltoio corrisponderebbe all’attuale costellazione del Sagittario. Interpretando il disco che appare nel mezzo del pilastro, appena al di sopra dell’ala dell’avvoltoio, come la raffigurazione del Sole e impiegando Stellarium, un planetario virtuale che permette di ricostruire la volta celeste anche nel passato, i due ricercatori ricavano l’epoca della costruzione: le figure scolpite sul pilastro 43 potrebbero rappresentare la situazione corrispondente al solstizio d’estate del 10.950 a.C., una datazione davvero molto simile alle datazioni ottenute con il metodo del radiocarbonio.


www.scienzainrete.it/articolo/che-cosa-racconta-volpe-di-gobekli-tepe/claudio-elidoro/20...

Aggiornamento 11/2023:

Qualche giorno fa al suo interno, nell’ambito di un progetto frutto di una collaborazione tra l’Università di Istanbul e l’Istituto Archeologico Germanico (un progetto mirato a fare luce sulla preistoria della Turchia), sono state fatte scoperte molto importanti su scala mondiale: sono state rinvenute sculture umane e animali. Sono state infatti scoperte delle statue antiche tra cui statue umane e, incredibile a dirsi, una statua a grandezza naturale di un cinghiale in pietra calcarea, bianchissimo.
Gli archeologi, dando notizia del ritrovamento sottolineano, che “La statua di cinghiale a grandezza naturale è stata trovata nella ‘struttura a D’ di Göbekli Tepe, sulla sua superficie si possono vedere residui di pigmento rosso, bianco e nero, che la rendono la prima statua dipinta conosciuta del periodo neolitico. La statua è stata trovata su una panchina con decorazioni che si pensa siano un simbolo a forma di H, una mezzaluna, due serpenti e tre volti umani o maschere”.

E sulla scultura umana affermano che “è uno degli esempi più impressionanti di arte preistorica, è stata portata alla luce una delle sculture più realistiche del periodo: si candida ad essere uno dei più imponenti esempi di arte preistorica con un’espressione facciale realistica, è stata trovata fissata a terra in una panchina”. La statua è alta 2,3 metri.

www.finestresullarte.info/archeologia/turchia-alta-mesopotamia-eccezionale-scoperta-statua-cinghiale-bianco?fbclid=IwAR3mQvO0qmgB4p4Al08mNkefGoK3B0MKVO8lGypH-_EyphSY5Uq...

Dai 14000 ai 20000 anni fa i nostri antenati disegnavano figure umane realistiche in Sicilia nelle grotte dell'Addaura


Il complesso delle Grotte dell’Addaura è composto da 4 cavità principali, ubicate a circa 70 metri sul livello del mare del versante settentrionale del Monte Pellegrino fronteggiante il mare, a sud est della spiaggia di Mondello; le grotte sono tutte di interesse archeologico: Addaura 1 o Perciata (la più grande in assoluto, visibile anche da lontano), Addaura 2 o Caprara, Addaura 3 o Grotta delle Incisioni e la Grotta dei Bovidi o Antro Nero. Alcune di esse sono ricche di utensili di selce e quarzite (strumenti utilizzati per la caccia) e di ossa fossili della fauna pleistocenica come elefanti nani ed ippopotami (Grotta Caprara e Antro Nero che hanno importanza paletnologica e paleontologica); altre presentano fenomeni carsici interni (Grotte Perciata e Caprara che hanno importanza speleologica); solo le ultime due presentano immagini graffite ed incisioni risalenti a circa 14.000-20.000 anni fa. Nell’Antro Nero sono raffigurate svariate specie di animali (bovini, cervi e cavalli selvatici), mentre l’Addaura III rappresenta la più alta testimonianza di arte parietale del Paleolitico Superiore per la presenza di figure umane particolari, sia per il modo in cui sono tracciate (con un realismo impressionante) che per il significato enigmatico delle scene rappresentate.

www.preistoriainitalia.it/scheda/grotta-delladdaura-mond...

14750 anni fa Thea morì di parto:

"Complessivamente sono stati rinvenuti i resti appartenenti a sette individui. Thea è il nome che, “affettuosamente”, è stato dato ad uno degli scheletri umanoi proveniente dalla Grotta di San Teodoro di Acquedolci, quello  meglio conservato. Lo scheletro (quasi completo) è custodito nel Museo Geologico “Gemmellaro” dell’Università degli Studi di Palermo sin dal 1937,data in cui fu rinvenuto coricato sul fianco sinistro, disteso parallelamente all’asse della caverna, con il volto rivolto verso la parete opposta ed i piedi tesi verso l’apertura. Lo strato d’ocra correva sopra lo scheletro e, subito sopra l’ocra, vi erano resti di carboni e selci, depositi costituiti da ossa spaccate, selci quarziti e carboni. Si tratta della sepoltura umana più antica di Sicilia e sicuramente una delle più antiche dell'area del Mediterraneo.
...
Il Sito della Grotta di San Teodoro rappresenta un importante patrimonio Paleontologico e Preistorico.

In questo luogo sono state ritrovate antiche sepolture risalenti ad oltre 12 mila anni prima di Cristo.

La datazione al carbonio sembra confermare che THEA venne sepolta nel 12.730 a.C. cioè 14.750 anni fa.

La pubblicazione appena divulgata sul sito ufficiale del Parco dei Nebrodi è stata resa possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Acquedolci ed il Parco Archeologico di Tindari custode del Sito."

acquedolcifuriano.blogspot.com/2019/10/grotta-di-san-teodoro-interessante.html?fbclid=IwAR3G_dohCQtzjg5jobmMx_-BP3CsLZQVC4CcLhdcvWyRRyL3QJdxg_E...

www.balarm.it/news/thea-la-principessa-preistorica-la-storia-di-quel-viso-conservato-sottovetro-in-sicili...


15000 anni fa in Ucraina si costruivano capanne con ossa di Mammut:

"In un villaggio dell'Ucraina centrale sono state riportate alla luce 4 capanne costruite 15.000 anni fa. Utilizzando ossa di Mammut.


Anno 1965, un contadino di Mezhirich, non lontano da Kiev e dal fiume Dnepr, sta scavando per ampliare la sua cantina quando il piccone sbatte su qualcosa di duro: è un grosso osso. Lo porta a un esperto che si rende subito conto di cosa si tratta: la mascella di un mammut. Successive ricerche rivelano la presenza di 4 capanne, tutte interamente costruite con le ossa dei grandi pachidermi. Negli anni seguenti il sito verrà studiato da archeologi ucraini e russi, e dopo il 1990 anche americani e inglesi, e i risultati sono straordinari: Mezhirich risale al paleolitico superiore, e quelli ritrovati sono fra i più antichi ripari costruiti da uomini preistorici.


Le capanne ovali sorgono in cima a un promontorio, a una quindicina di metri l'una dall'altra, di grandezza tra i 12 e i 24 metri quadrati. Gli elementi strutturali delle pareti sono ossa di mammut sovrapposte: teschi, ossa lunghe (per lo più femori) e scapole. In tutto appartenevano a 149 diversi animali; oltre che come materiale da costruzione, i pachidermi sono stati usati come cibo (dai rifiuti trovati in fosse vicine) e come combustibile (dalle ossa bruciate nei focolari). Tutto intorno infatti sono stati trovati 10 pozzi profondi un metro e larghi 2 pieni di ossa; si ritiene fossero magazzini per la carne e per i rifiuti. Ci sono poi focolari interni ed esterni pieni di ossa di mammut bruciate. Sono state identificate anche molte ossa di lepre, e di altri animali: rinoceronte lanoso, cavallo, renna, orso bruno, bisonte, leone rupestre, ghiottone, lupo e volpe; secondo gli studiosi venivano macellati e consumati sul posto.

Nel sito anche strumenti di pietra, di osso e avorio: aghi, punteruoli, perforatori e lucidatori, oltre a oggetti di ornamento personale come perline di conchiglie e ambra e perni in avorio. E ancora figurine antropomorfe stilizzate, incisioni in avorio, una mappa dell'area intorno alla colonia incisa su di un osso, i resti di un tamburo fatto ovviamente con la pelle di un mammut. L'esame al radiocarbonio ha datato il sito di Mezhirich fra il 14.850 e il 14.315 avanti Cristo. "

sembraimpossibile.blogspot.com/2019/10/9-del-mammut-non-si-butta-via-nie...


16800 anni fa in Spagna si abitavano le grotte a La Garma, situato nel comune di Ribamontán al Monte, nella provincia spagnola della Cantabria

" Il complesso di grotte di La Garma è un sistema di grotte paleoantropologiche contenente arte parietale sul lato meridionale della collina di La Garma. Il complesso delle grotte è noto per uno dei pavimenti meglio conservati del Paleolitico, contenente più di 4.000 fossili e più di 500 unità grafiche. Un progetto guidato da Pablo Arias e Roberto Ontañón dell’Università della Cantabria ha recentemente annunciato la scoperta di un’abitazione paleolitica all’interno del sistema di grotte, descritta come “una delle abitazioni paleolitiche meglio conservate al mondo.
La superficie totale dello spazio è di circa 5 metri quadrati incentrati su un fuoco da campo. Gli archeologi hanno anche trovato tracce di varie attività quotidiane associate ai cacciatori e raccoglitori magdaleniani nell’abitazione, comprese prove di lavorazione della pietra, strumenti in osso e corno e lavorazione della pelliccia. In totale sono stati documentati oltre 4.614 oggetti, tra cui ossa di carota, di cavallo e di bisonte, 600 pezzi di selce, aghi e un protoarpione, conchiglie di molluschi marini, nonché numerosi pendenti indossati dagli abitanti delle caverne. Inoltre, i ricercatori hanno trovato anche una serie di ossa decorate, tra cui una notevole falange di uro trafitta con incisa una raffigurazione sia dell’animale stesso che di un volto umano, un manufatto distintivo unico dell’era paleolitica europea. A causa dell’importanza nazionale della scoperta, il team ha utilizzato tecniche innovative non intrusive nello studio dell’abitazione. Ciò include la tomografia continua dei suoli, la cartografia 3D, l’analisi molecolare e genetica dei suoli e degli oggetti paleolitici, la spettrometria di massa e l’imaging iperspettrale."

www.scienzenotizie.it/2023/12/07/spagna-scoperta-in-una-grotta-unabitazione-paleolitica-di-16-800-anni-fa...


17500 anni fa qualcuno disegnava animali in Francia:


"Nelle grotte si trovano esempi di opere di arte parietale risalenti al Paleolitico superiore: molte di queste opere vengono fatte risalire ad una data approssimativa di 17500 anni fa. Il tema più comunemente rappresentato è quello di grandi animali dell'epoca (fra i quali l'uro, oggi estinto), resi con grande ricchezza di particolari. Tra le figure più note ricordiamo la mucca che salta, databile al tardo perigordiano o maddaleniano, presente nella cosiddetta Sala dei Tori."

it.m.wikipedia.org/wiki/Grotte_di_Lascaux

tra i 22000 e i 25000 anni fa in Russia a Kostenki si facevano riti con ossa di Mammut:


" Un’enorme struttura circolare, ricavata da dozzine di ossa di mammut lanosi, rivela nuovi indizi sulle antiche comunità vissute durante l’era glaciale in Europa, testimoniando tecniche di costruzione e possibili rituali di circa 20.000 anni fa…

Gli archeologi hanno identificato una misteriosa struttura circolare che si ritiene risalga a circa 22.000 anni fa. Al suo interno sono state rinvenute 51 mascelle inferiori e 64 teschi di mammut lanoso. Le ossa sono posizionate su un pendio rivolto a Est, con un'inclinazione di circa sei gradi, e sono collocate in un cerchio di una decina di metri all’interno di una sezione perimetrale quadrata. La ricerca, condotta da un gruppo interdisciplinare di accademici dell’Università di Exeter, dell’Università di Cambridge, del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Southampton (Inghilterra), insieme a ricercatori indipendenti e studiosi dello State Kostenki Museum-Preserve di Voronezh (Russia) e dell'Institute of Arctic and Alpine Research dell’Università del Colorado, a Boulder (USA), è stata pubblicata lunedì scorso sulla rivista Antiquity. Il massiccio processo di costruzione dimostra un livello di ingegnosità e conoscenze tecniche particolari da parte delle persone che vissero in Europa tra i 21.000 e il 12.000 anni fa. Altri siti simili erano stati individuati in precedenza, ma le dimensioni dell’ultimo ritrovamento rendono un mistero per gli archeologi spiegarne l'iptetico uso. «Il solo numero di ossa che i nostri antenati paleolitici hanno accumulato, mettendole in questa particolare posizione per costruire un simile monumento, è davvero sbalorditivo», ha affermato Alexander Pryor, archeologo inglese dell’Università di Exeter, che ha coordinato il team di scavi insieme ad Alexander Dudin, ricercatore del Museo Archeologico di Kostenki.

Si tratta della terza struttura individuata nel sito (Kostenki 11), che si trova 50 chilometri a sud di Mosca. Il team di ricercatori ha iniziato gli scavi nel 2014. Negli scorsi anni erano stati portati alla luce circa 70 strutture di ossa di mammut in tutta l’Europa orientale, in Ucraina e nella pianura della Russia occidentale, ma quella rinvenuta ora a Kostenki, non solo è la più grande di tutte me è anche la più antica della pianura russa. Le analisi indicano, infatti, che le ossa dei mammut hanno più di 20.000 anni. Gli archeologi hanno rivelato che il rifugio è stato probabilmente costruito da un gruppo di cacciatori-raccoglitori che hanno assemblato in modo complesso le ossa formando l’edificio circolare, migliaia di anni prima di quanto si pensasse. 

La maggior parte delle costruzioni in precedenza identificate erano piccole, portando i ricercatori a concludere che potessero essere state utilizzate come abitazioni invernali. «Ci sono più di 60 mammut in questa struttura: il cerchio è troppo grande per ipotizzare che potesse supportare un tetto e la sua forma complessiva suggerisce che fosse utilizzato per uno scopo diverso», ha spiegato al The New York Tymes David Beresford-Jones, archeologo ambientale dell’Università di Cambridge e coautore del documento.


Secondo gli studiosi, il cerchio, nascosto dai sedimenti a soli 30 centimetri sotto l’attuale livello della superficie, è stato costruico con ossa provenienti da diversi cimiteri animali. Oltre ai mammut sono stati trovati anche piccoli numeri di ossa di renna, cavallo, orso, lupo, volpe rossa e volpe artica. All’interno della struttura circolare gli archeologi hanno anche scoperto per la prima volta tracce di combustione, resti di legno carbonizzato e di piante non legnose, che potrebbero essere state utilizzate per rituali, veleni, medicine, o per realizzare una sorta di “spago” o tessuto. 


Tra i reperti sono inoltre stati catalogati più di 50 piccoli semi carbonizzati e 300 minuscoli frammenti di pietra focaia insieme a diverse scaglie di pietre affilate, con forme distinte.

Cosa potrebbe aver portato gli antichi raccoglitori-cacciatori in questo sito? Una possibilità è che qui vi fosse, un tempo, una sorgente naturale che avrebbe fornito acqua non congelata durante l’inverno, cosa rara in quel periodo di freddo estremo. L'ultima era glaciale, che travolse il nord Europa tra 75-18.000 anni fa, raggiunse il suo stadio più freddo e severo circa 23-18.000 anni fa, proprio quando fu edificato il sito di Kostenki. "

www.lastampa.it/viaggi/mondo/2020/03/25/news/ritrovata-in-russia-la-piu-antica-struttura-circolare-al-mondo-e-interamente-fatta-con-ossa-di-mammut-1....

www.archeomedia.net/russia-ritrovata-la-piu-antica-struttura-circolare-al-mondo-e-interamente-fatta-con-ossa-di...

23000 anni fa fu scolpita una figura femminile in Francia:

" Invece la "Venere di Lespugue", trovata in Francia, é stata scolpita 23mila anni fa. E' una delle tante sorprendenti e straordinarie opere che il British Museum di Londra ha raccolto per una mostra che ha un intento ben preciso: dimostrare che l'arte figurativa, processo creativo unico all'uomo, ha origini molto piú antiche di quanto si ritenga comunemente.

Il grande storico dell'arte Ernst Gombrich sosteneva che l'arte é iniziata con i greci nel Sesto secolo AC.La mostra "Ice Age Art: arrival of the modern mind" punta a smentire Gombrich con i fatti: 130 sculture, oggetti e disegni incisi su pietra o avorio, di grande bellezza e delicatezza, tutti creati tra i 40mila e i 10mila anni fa in Europa, dove gli esseri umani erano arrivati dall'Africa. Gli artisti che li hanno realizzati "erano esseri umani del tutto moderni, - afferma Jill Cook, responsabile dell'era Paleolitica del British Museum e direttrice della mostra. – Queste sono opere d'arte, che dimostrano come avessero un cervello visuale con poteri di immaginazione e creativitá. Sono come noi. Sono davvero i nostri antenati...
Una delle opere piú antiche rivela la sofisticata capacitá di creare creature immaginarie, come l'uomo con la testa di leone, alto 30 centimetri, trovato in una caverna in Germania che risale a 40mila anni fa. Per scolpirlo da una zanna di un mammut ci sono sicuramente volute centinaia di ore di paziente e delicato lavoro, grande manualitá e notevoli capacitá di concentrazione, sottolinea Cook. "Per certi versi, l'arte dell'Età del ghiaccio é sofisticata quanto Vermeer." 

st.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-02-07/larte-origini-british-museum-112848.shtml?uuid=...


"ma il pezzo (anche se in realtà all’epoca era diviso in due) che destò maggiore curiosità ed ammirazione fu quello chiamato “le renne che nuotano”, non solo per la raffinatezza della scultura in sé, ma anche per il soggetto scolpito.

Le renne non vivono più in Francia, e l’avorio utilizzato per la scultura appartiene al mammut, animale ormai estinto: questo significa che gli uomini hanno convissuto con renne e mammut nell’epoca tardo-glaciale, quando l’Europa aveva un clima simile a quello della Siberia al giorno d’oggi...
Fu solo agli inizi del 20° secolo, nel 1904, quando le “renne che nuotano” erano ormai esposte al British Museum da anni, che l’archeologo/antropologo Henri Breuil si accorse che i due pezzi trovati dall’ingegner de l’Isle si incastravano perfettamente, a formare un’unica scultura che raffigura due renne, un maschio e una femmina, che nuotavano uno dietro l’altra circa 13.000 anni fa."

www.vanillamagazine.it/le-renne-che-nuotano-e-il-capolavoro-scultoreo-dell-era-g...

23000 anni fa in Galilea si falciava il grano:

" È uno dei siti archeologici di cacciatori-raccoglitori meglio conservati del Ultimo massimo glaciale, radiocarbonio datato a circa 23.000 BP (calibrato).[1] È all'incrocio del Paleolitico superiore e il Epipaleolitico, ed è stato attribuito a entrambi i periodi.[2] Il sito è significativo per due ritrovamenti che sono i più antichi del mondo: le prime abitazioni di sottobosco e le prove della prima coltivazione di piante su piccola scala, circa 11.000 anni prima dell'inizio dell'agricoltura. Anche i numerosi resti di frutta e cereali conservati in condizioni anaerobiche sotto limo e acqua sono estremamente rari a causa della loro rapida decomposizione generale...

Ohalo II è il nome dato al sito archeologico situato sulla sponda sud-occidentale del Mare di Galilea nella Rift Valley di Israele.[3] Il sito è costituito dai resti di sei anelli di carbone dove si trovavano le abitazioni di sottobosco durante il Paleolitico superiore.[4][5] Le capanne sono di forma ovale e lunghe in media tra i 9 ei 16 piedi. Erano semplici nel design, erano costruiti con rami di alberi e sottobosco e "probabilmente ci volevano solo poche ore per realizzarli".[5] I focolari erano situati fuori dalle capanne.


Il sito contiene, oltre alle capanne, anche una tomba e un'area probabilmente utilizzata come discarica.[5] Il sito è disseminato di un tesoro di manufatti, tra cui selci, ossa di animali e resti di frutta e cereali. Nel sito sono state identificate centinaia di specie di uccelli, pesci, frutta, verdura, cereali e animali di grandi dimensioni.[5] Questi reperti hanno notevolmente ampliato la conoscenza delle pratiche di caccia e raccolta del Paleolitico superiore.

All'epoca in cui i cacciatori-raccoglitori si stabilirono a Ohalo II, il Mare di Galilea era appena formato e potrebbe essere stato attraente per molte bande di persone.[6] Dopo che Ohalo II fu occupato per un periodo di tempo relativamente breve, probabilmente solo poche generazioni, il villaggio fu raso al suolo.[4] Non è noto se l'incendio sia stato intenzionale o accidentale. Ma quello che potrebbe essere stato tragico per i suoi antichi abitanti si è rivelato un vantaggio per gli archeologi: nello stesso momento in cui il villaggio è stato distrutto, il livello dell'acqua nel Mar di Galilea è salito e ha seppellito il sito. "

rivistanatura.com/in-galilea-un-insediamento-di-23-00-...

en.m.wikipedia.org/wiki/Ohalo_II

La donna di Ostuni 27000 anni fa:


it.wikipedia.org/wiki/Donna_di_Ostuni

www.repubblica.it/scienze/2017/09/05/news/alta_giovane_e_muscolosa_la_donna_di_ostuni_ai_raggi_x-17...

"Lo scheletro è stato scoperto nell'ottobre del 1991 dal paletnologo Donato Coppola nella grotta di Santa Maria d'Agnano, a pochi chilometri dal centro di Ostuni. La donna, nello stato terminale della gravidanza, era stata adagiata con cura all'interno della voragine che si apre sulle pendici della collina che domina Ostuni. La grotta, successivamente ribattezzata "della maternità", presenta tracce di utilizzi stratificati e di culti che dal Paleolitico superiore si sono protratti fino al XVII secolo. La donna era stata adagiata in posizione fetale sul fianco sinistro; il braccio di questo lato era ripiegato sotto la testa e il destro appoggiato sul ventre, quasi a protezione del suo bambino mai nato. La composizione della salma denota una pietas non usuale, probabilmente diffusa tra le popolazioni Cro-Magnon della zona.[1][2] L'analisi al radiocarbonio, realizzata nel 1992 dal "Centre des faibles radioactivités" di Gif-sur-Yvette in Francia, aveva inizialmente determinato che lo scheletro fosse vecchio di circa 24.410 anni.[3] Successivi studi hanno appurato che la donna di Ostuni visse nel periodo compreso tra 27.810 e 27.430 anni fa.[4]

Nei pressi della sepoltura di Ostuni 1, è stata rinvenuta un'altra tomba, contenente uno scheletro mal conservato e di sesso non identificabile. A questi resti è stato assegnato il codice di Ostuni 2.[4]"


Dipinti nella grotta di Cosquer in Francia 27000 anni fa:

" La conferma definitiva dell'autenticità delle pitture è arrivata solo nel 1998, quando un attentissimo studio dei materiali usati per la loro realizzazione ha riscontrato tracce di legno e pollini estinti nella zona dalla fine dell'ultima era glaciale. Dunque, la grotta Cosquer è databile ad un periodo compreso tra i 27.100 - 19.000 anni or sono: più antica, quindi, di Lascaux ed una delle più antiche in assoluto.
...
Le pitture della grotta, per stile e raffigurazioni, vanno divise in due periodi ben distinti di frequentazione dell'ambiente, entrambi siti nel Paleolitico superiore.

Il primo periodo è databile a 27.100 anni fa, quindi al pieno Gravettiano. Le figure ad esso risalenti sono per lo più impronte di mani, realizzate con la tecnica dello "stampino": la mano veniva appoggiata alla parete, e su di essa gli uomini preistorici soffiavano una polvere ocracea che ne lasciava l'ombra sulla roccia. Ciò che maggiormente colpisce, nella grotta Cosquer, è che la maggior parte delle mani si presentano prive di alcune, se non di tutte le dita; a tal proposito, sono state formulate le più svariate ipotesi, dalla mutilazione rituale ad un vero e proprio alfabeto in segni. Sono presenti, poi, numerose impronte impresse direttamente nella parete, oltre a ben visibili graffi e ditate disposti in maniera particolare, fino ad arrivare alle prime figure animali: alcuni cavalli e figure simili a cervi incise sulla parete, fino ad arrivare a quelle che, con pochi dubbi, sono rappresentazioni di un sesso femminile ed un sesso maschile, che confermerebbero la destinazione rituale delle incisioni.

Il secondo periodo di frequentazione è databile a 18-19.000 anni fa, quindi ascrivibile al Solutreano. Le figure ad esso inerenti sono molte di più, nonché assai diverse: tema preferito adesso è quello degli animali, e compaiono più di cento figure, tra stambecchi, cavalli, buoi, uri, bisonti, meduse ed altri ancora, oltre a particolari figure geometriche di difficile interpretazione. Ovviamente, le figure superstiti sono quelle che si trovano al di sopra del livello del mare: gli studiosi hanno calcolato che molte altre figure sono state, nel corso dei millenni, cancellate dall'acqua e dai minerali.

Il materiale usato per la realizzazione delle pitture consiste perlopiù in vari tipi d'ocra e carboni di legna misti. Il tipo di legna usato, dimostratosi rivelatore per la datazione della grotta, apparteneva a pino silvestre e pino nero, alberi estinti nella zona da almeno 10.000 anni; inoltre, nella legna sono stati ritrovati pollini appartenenti a betulle, albero tipico dei climi freddi, che conferma l'epoca glaciale. A tal proposito, sul pavimento della grotta sono stati trovati i resti di un focolare, ma nessuna traccia di ossa od oggetti di vita quotidiana. Ciò confermerebbe che la grotta non fosse usata come abitazione, ma come santuario, nel quale gli uomini preistorici si ritrovavano per incontrarsi e compiere riti magici particolari per propiziarsi la caccia.

Lo stile di questi animali (alcuni anche semplicemente incisi nella roccia) è splendidamente naturalistico nonché "moderno": lo studioso Jean Clottes ha notato che le figure sono tutte rappresentate di profilo, ma le orecchie e le zampe, accoppiate, sono raffigurate frontalmente per dare l'idea della tridimensionalità."

it.m.wikipedia.org/wiki/Grotta_Cosquer



36000 anni fa qualcuno disegnava peni e vulve dentro le grotte esattamente come fanno i ragazzi di oggi:


"Un’altra grotta (francese) più antica
Un recentissimo studio consacrerebbe un’altra grotta francese come il più antico scrigno di manifestazione artistica del Paleolitico. La grotta è nel Sud-ovest francese ad Abri Castanet e presenta diverse incisioni su pietra che rappresentano organi genitali maschili e soprattutto femminili. L’analisi con radiocarbonio di alcune ossa di animali ritrovate in una porzione nascosta della grotta ha permesso ora di datare la grotta di Castanet a 36000 anni fa, ponendola come esempio più antico di arte preistorica.
Le tecniche artistiche sono però ben differenti da quelle di Chauvet: il lungo dibattito su come datare l’arte preistorica probabilmente non è ancora giunto alla sua conclusione."


linguaggio-macchina.blogspot.com/2012/05/scoperti-disegni-rupestri-di-37-m...
www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=471

Grotta di Altamira:

" La grotta di Altamira è una caverna spagnola famosa per le pitture parietali del Paleolitico superiore raffiguranti mammiferi selvatici e mani umane. Si trova nei pressi di Santillana del Mar in Cantabria, 30 chilometri ad ovest di Santander, nel nord della Spagna.
È stata inclusa tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel 1985.

... Iniziarono immediatamente altri scavi, effettuati da Hermilio Alcalde del Río (1902-1904), cui seguirono quelli del tedesco Hugo Obermaier (1924-1925) e, più avanti, di Joaquín González Echegaray (1981). Nel 2008, infine, grazie al sistema di datazione uranio-torio, alcuni dipinti sono stati fatti risalire a 35.000-25.000 anni fa.[9] Inoltre, studi recenti confermano l'ipotesi che in vari casi ci si trovi di fronte a opere "collettive" completate nell'arco di migliaia di anni."

it.m.wikipedia.org/wiki/Grotta_di_Altamira

45000 anni fa in Indonesia si disegnavano maiali:

" L'opera d'arte figurativa più antica al mondo è stata scoperta in una grotta in Indonesia: rappresenta l'immagine di un maiale. Si trova sull'isola di Sulawesi ed è stata datata dagli archeologi della Griffith University che l'hanno scoperta, a 45.000 anni fa. Dipinto con pigmento ocra rosso, l'animale sembra osservare una lotta tra altri due maiali. La regione indonesiana ospita molte grotte calcaree dove sono state fatte altre scoperte, come una scena di caccia risalente a 43.900 anni fa nel 2019 o stencil di mani umane, datati 40.000 anni fa. Se ci sono pitture astratte in Africa di 70.000 anni fa, fino ad ora si pensava che la più pittura figurativa rupestre fosse quella scoperta in Europa di circa 40.000 anni fa, con figure più raffinate di animali o umane risalenti a 35.000 anni fa. Questa scoperta è anche il frutto di una visione meno eurocentrica - affermano gli esperti della Griffith University composta da ricercatori australiani e asiatici - e ci porta a pensare, dicono ancora, che la capacità di creare arte figurativa sia emersa prima che l'Homo sapiens emigrasse dall'Africa e si dirigesse verso l'Europa e l'Asia, più di 60.000 anni fa o che sia emersa più di una volta mentre gli esseri umani si diffondevano il globo.YouTube Griffith University "

www.lastampa.it/scienza/2021/01/14/video/scoperto_in_indonesia_il_picasso_preistorico_in_una_grotta_e_la_piu_antica_pittura_figurativa_della_storia_umana...

A proposito di queste pitture rupestri è interessante notare che il metodo di datazione usato è quello dell'Uranio/Torio:

www.touringclub.it/scoperte-in-indonesia-le-pitture-rupestri-piu-antiche-d...

"L'altro leader del team, Maxime Aubert, è uno specialista di datazione. "L'arte rupestre è molto difficile da datare" ha spiegato. "Tuttavia, l'arte rupestre realizzata nelle grotte calcaree può talvolta essere datata utilizzando l'analisi della serie di uranio dei depositi di carbonato di calcio (detti anche "popcorn delle caverne") che si formano naturalmente sulla superficie della parete della caverna usata per dipingere. A Leang Tedongnge, un piccolo "popcorn" si era formato sul piede posteriore di una delle figure di maiale dopo che era stata dipinta; una volta datato, ci ha fornito un'età minima per il dipinto". Visto che è questo deposito a essere stato datato a 45.500 anni fa, la scena era quindi stata dipinta qualche tempo prima. 
 

"Abbiamo ora datato numerosi esempi di arte rupestre primitiva a Sulawesi, comprese rappresentazioni di animali e scene narrative che sono eccezionali sia per la qualità della loro esecuzione sia per la rarità" ha spiegato Aubert. La "scena" di arte rupestre datata in precedenza, di almeno 43.900 anni, era una rappresentazione di ibridi tra esseri umani e animali che cacciavano cinghiali di Sulawesi e bovidi nani, scoperti dallo stesso gruppo di ricerca in un vicino sito di grotte calcaree. La scoperta era stata classificata dalla rivista Science come una delle prime 10 scoperte scientifiche del 2020."
Ancora:

"La datazione è stata eseguita su frammenti di calcite che ricoprivano il dipinto, all'altezza di una zampa posteriore dell'animale raffigurato.
L'uranio-torio, usato per la procedura di datazione, ha indicato che la pittura risale a 45.500 anni. Questa datazione è comunque indiretta: "La calcite iniziò a ricoprire l'affresco 45.500 anni fa. Tutto ciò che possiamo fornire è un'età minima", ha spiegato Maxime Aubert della Griffith University che ha partecipato alla ricerca.
Alla fine del 2019 l'equipe aveva già descritto, con la stessa squadra, la più antica scena di caccia ritratta su una roccia (scoperta anch'essa in una grotta dell'isola di Sulawesi). Si tratta di piccole figure legate ad animali molto più grandi, che hanno la particolarità di essere creature per metà umane e per metà animali."

italia-informa.com/indonesia-pittura-rupestre.aspx

45000 anni fa in Bulgaria girovagava l'homo Sapiens:


" È la più antica evidenza diretta della presenza della nostra specie in Europa: le datazioni dei reperti sono state realizzate da un team internazionale diretto dalla professoressa Sahra Talamo dell’Università di Bologna, grazie ad un’analisi al radiocarbonio ad altissima precisione
Nella Grotta di Bacho Kiro, in Bulgaria, è stato individuato un fossile di Homo sapiens risalente a oltre 45.000 anni fa: è la più antica evidenza diretta della presenza della nostra specie in Europa. La datazione del reperto è stata realizzata grazie ad un team specializzato in datazioni al radiocarbonio ad altissima precisione guidato dalla professoressa Sahra Talamo dell’Università di Bologna.
L’analisi sui reperti umani è stata realizzata dal team della professoressa Sahra Talamo e dal team di Lukas Wacker dell’ETH di Zurigo (Svizzera), utilizzando un nuovo approccio per le datazioni al radiocarbonio che ha permesso di ottenere un’altissima precisione. E per uno dei sei fossili esaminati, l’analisi ha restituito una datazione corrispondente a oltre 45.000 anni fa.

“L’analisi al radiocarbonio conferma che questi fossili risalgono alla fase iniziale del Paleolitico superiore e rappresentano quindi la più antica testimonianza diretta della presenza della nostra specie in Europa”, spiega la professoressa Talamo. “Queste datazioni sono state possibili grazie ad un nuovo approccio al metodo del radiocarbonio che ha permesso al nostro team di raggiungere una precisione mai ottenuta prima. Non solo: le datazioni del sito di Bacho Kiro compongono il più ampio dataset di un singolo sito paleolitico mai realizzato da un team di ricerca”.


magazine.unibo.it/archivio/2020/05/11/il-piu-antico-homo-sapiens-201ceuropeo201d-trovati-in-bulgaria-resti-di-oltre-45-000...

[Modificato da (Mario70) 17/01/2024 09:56]
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12/10/2023 13:39

Oltre i 100000 anni
B]Tra i 170000 anni e i 130000 anni fa, l'uomo di Altamura girovagava in puglia:

" Abbiamo, quindi, potuto prelevare per la prima volta, in condizioni di sterilità e con una laboriosa procedura tramite braccia teleguidate, un piccola porzione ossea di una scapola, già frammentata. Su questo reperto – spiega l’antropologo – abbiamo effettuato tre linee d’indagine distinte, ma complementari, attese da tempo: quella genetica, morfologica, e la datazione esatta”.

Numerose le informazioni che queste ossa umane preistoriche stanno cominciando a restituire agli studiosi sul nostro antico passato. “Uno dei risultati più importanti – spiega Manzi – è che i miei colleghi dell’Università di Firenze sono riusciti a estrarre il Dna, evento già di per sé straordinario. Non era assolutamente detto, infatti, che si fosse conservato”. L’analisi del Dna, unita alle indagini morfologiche, ha permesso agli scienziati di fissare un primo paletto. Confermare, cioè, che l’uomo di Altamura è effettivamente un Homo neanderthalensis. Ma ci sono anche altre analisi che hanno dato significativi riscontri. La datazione con il metodo uranio/torio ha, ad esempio, permesso di stabilire che l’uomo di Altamura è molto arcaico per essere un Neanderthal. “Attraverso le nostre indagini – precisa Manzi – abbiamo ottenuto una datazione compresa tra i 170 e i 132mila anni fa”.



www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/29/uomo-altamura-italiano-completo-fossile-neanderthal-svela-evoluzione-uomo-in-europa/...
www.lescienze.it/news/2016/04/26/news/viso_cranio_uomo_altamura-...


210000 anni fa il Sapiens girovagava in europa:

Le più recenti pubblicazioni accademiche, datate 10 luglio 2019 (Università di Tubinga pubblicati su Nature)[6], riportano che il più antico esemplare in Eurasia ad oggi noto di Homo sapiens è stato scoperto in una grotta, denominata Apidima, del Peloponneso (Grecia) nelle vicinanze di Kalamata e Sparta, in uno studio fatto sui ritrovamenti in un sito inizialmente scoperto nel 1978 dal Museo Archeologico di Grecia in collaborazione con il Laboratorio di Geologia Storica Paleontologica dell'Università di Atene, e dell'Università Aristotele di Salonicco, con a capo della ricerca Theodoris Spitzios.

I ricercatori scoprirono circa 20 000 reperti (ossa, denti, strumenti litici e altro, tra cui due crani, denominati Apidima 1 e Apidima 2); il cranio "Apidima 1" è la più antica testimonianza ad oggi ritrovata di Homo sapiens, datato ad oltre circa 210 000 anni fa. Apidima 1 è stato datato col metodo scientifico attualmente più evoluto basato sull'Uranio-Torio-230 (stabilizzazione del carbonato di calcio) ed è risultato più antico di decine di migliaia di anni rispetto agli antecedenti reperti di Homo sapiens con datazione certa ritrovati in Africa o Europa, precedentemente considerati i più vecchi, con un salto cronologico impressionante che ridiscute tutta la teoria del Sapiens. La ricercatrice a capo del progetto Katerina Harvati spiega che almeno due popolazioni vivevano in Grecia meridionale nel Pleistocene medio: una primigenia popolazione di Homo sapiens, seguita dalle evidenze dei ritrovamenti dopo circa 40 000 anni da una popolazione di neandertaliani. Al 2021 sono in corso le estrazioni del DNA dagli antichissimi ritrovamenti, anche se, secondo lo stesso Team, l'operazione potrebbe essere difficilissima.

Uomo andino. L'abbigliamento varia notevolmente e caratterizza l'aspetto esteriore umano per epoche, clima, etnie, età, status sociale e cultura.

Dall'origine ipotizzata di provenienza africana della specie[3] ("Out of Africa Hypothesis", ipotesi nella quale l'uomo sarebbe nato in Africa e successivamente in espansione nel resto del mondo[7]), nei ritrovamenti etiopici in tufi vulcanici della valle del fiume Omo, si possono datare con tecniche basate sui rapporti isotopici dell'argon, a 195 000 anni (con un'incertezza di ±5 000 anni) due esemplari (Omo II e Omo I), rispettivamente di H. erectus moderno e H. sapiens arcaico (da cui secondo quest'ipotesi si sarebbero evoluti gli uomini attuali); ad oggi, H. sapiens si è diffuso su tutta la superficie delle terre emerse (attualmente anche in Antartide, a scopi scientifici, e nonostante il clima inospitale) con una popolazione totale che ha superato, nel marzo 2017, i 7,4 miliardi di individui.[8] Secondo ritrovamenti avvenuti in Marocco nel 2017, l'Homo sapiens avrebbe cominciato a diffondersi secondo lo studio di Daniel Richter e Shannon McPherron del Max Planck Institute, nell'intero continente africano già 315 000 anni fa, stimando la datazione del sito dei ritrovamenti.[9]
...

Dal punto di vista anatomico, gli umani moderni appaiono in testimonianze di reperti della grotta di Apidima in Grecia (Europa) risalenti a 210 000 anni fa[11] e successivamente 80 000 anni più tardi in altri reperti risalenti 130 000 anni fa in Africa[12][13]. Inoltre, sono stati rinvenuti in tufi vulcanici della valle del fiume Omo in Etiopia resti risalenti a 195 000 anni fa, datati con tecniche basate sui rapporti isotopici dell'argon, con un'incertezza di ±5 000 anni[3].

it.m.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiens

www.science.org/content/article/skull-fragment-greek-cave-suggests-modern-humans-were-europe-more-200000-y...

Pietre di selce lavorate dall'uomo tra i 300000 e gli 80000 anni fa:

"E' stata per la prima volta trovata in Cina la testimonianza della tecnica di fabbricazione dell’Età della Pietra considerata “perduta”, perché mai rinvenuta in Asia: la prova arriva da selci lavorate, cioè strumenti in pietra, risalenti al periodo compreso tra 170.000 e 80.000 anni fa.

La scoperta, guidata dall’Università di Wollongong in Australia e pubblicata sulla rivista Nature, colma finalmente la lacuna nei ritrovamenti archeologici asiatici e mette in dubbio l’ipotesi che le tecniche di lavorazione più avanzate vennero introdotte dall’Occidente. Le evidenze archeologiche di Africa ed Europa testimoniano un’evoluzione importante nelle tecniche di lavorazione delle pietre tra 300.000 e 200.000 anni fa: mentre prima gli strumenti si ottenevano da un nucleo centrale di pietra scheggiato, in seguito si passò ad utensili più elaborati e dai molteplici usi, sfruttando le schegge prodotte dal nucleo.

Tuttavia in Cina questa fase non è mai stata trovata, saltando direttamente dalla fase precedente ad una successiva ancora più avanzata, che per questo motivo si pensava fosse arrivata in Oriente grazie a migrazioni. I ricercatori guidati da Yue Hu hanno analizzato 2.273 strumenti litici rinvenuti nella grotta di Guanyindong, nella Cina sud-occidentale: 45 di questi sono risultati appartenere alla tecnica “perduta” e sono stati datati ad un periodo compreso tra 170.000 e 80.000 anni fa, quindi contemporanei a quelli dello stesso tipo usati in Occidente. I ricercatori ipotizzano che la scarsità di reperti simili in Asia possa essere dovuta a popolazioni più piccole e disperse in un territorio molto vasto"

www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/ragazzi/news/2018/11/19/il-coltellino-milleusi-delleta-della-pietra-_45f43f28-cb00-4739-b24d-7001d4403...

476000 anni fa scoperta la struttura in legno più antica del mondo

Forse gli uomini nell’età della Pietra costruivano strutture in legno già mezzo milione di anni fa, quindi non erano nomadi, a differenza di quanto si pensava fino ad oggi. A dirlo, una nuova ricerca condotta da un team dell’Università di Liverpool e dell’Università di Aberystwyth. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, riguarda lo scavo di legno ben conservato nel sito archeologico di Kalambo Falls, in Zambia, risalente a almeno 476.000 anni fa e precedente all’evoluzione della nostra specie, Homo sapiens.

L’analisi esperta di segni di taglio di attrezzi in pietra sul legno mostra che questi antichi esseri umani modellavano e univano due grossi tronchi per creare una struttura, probabilmente il fondamento di una piattaforma o parte di una dimora. Si tratta della prima evidenza, in qualsiasi parte del mondo, della lavorazione deliberata di tronchi per farli combaciare.

Fino a questo momento, le prove dell’uso dell’umanità per il legno si limitavano al suo utilizzo per la produzione di fuoco, bastoni da scavo e lance. Il legno è raramente rinvenuto in siti così antichi, poiché di solito marcisce e scompare, ma a Kalambo Falls i livelli d’acqua costantemente elevati hanno preservato il legno. Questa scoperta sfida l’opinione predominante che gli esseri umani dell’Età della Pietra fossero nomadi.
...
Hanno trasformato il loro ambiente per rendere la vita più facile, anche se fosse solo creando una piattaforma per sedersi vicino al fiume e svolgere i loro compiti quotidiani. Queste persone erano più simili a noi di quanto pensassimo”. La datazione specialistica dei reperti è stata effettuata da esperti dell’Università di Aberystwyth.

Hanno utilizzato nuove tecniche di datazione tramite luminescenza, che rivelano l’ultima volta in cui i minerali nella sabbia circostante i reperti sono stati esposti alla luce solare, per determinarne l’età. Il professor Geoff Duller dell’Università di Aberystwyth ha dichiarato: “Stabilire una datazione dei reperti è molto impegnativo e abbiamo utilizzato la datazione tramite luminescenza per farlo. Questi nuovi metodi di datazione hanno implicazioni di vasta portata, permettendoci di risalire molto più indietro nel tempo
, per ricostruire siti che ci offrono uno sguardo sull’evoluzione umana. Il sito di Kalambo Falls era stato scavato negli anni ’60 quando erano stati recuperati pezzi simili di legno, ma non erano stati in grado di datarli, quindi il vero significato del sito era poco chiaro fino ad ora”.

www.google.com/amp/s/www.agi.it/scienza/news/2023-09-20/scoperta-struttura-legno-piu-antica-mondo-archeologi-2312...
[Modificato da (Mario70) 12/10/2023 13:40]
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