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Chiesa Anglicana - riforma protestante

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2008 16:33
14/05/2005 10:31
 
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"Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue opere. " Apocalisse 20:12

Come giustamente dice San Paolo non è per le opere che c'è la salvezza, ma per grazia di Dio, ma se la fede viene a mancare di opere questa grazia c'è?
La fede è bene che sia affiancata da opere, altrimenti è vuota e nulla.

"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. " Matteo 7:21

[Modificato da ClintEastwood82 14/05/2005 10.35]

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Enrico VIII (1491-1547), re d'Inghilterra all'epoca della Riforma, si segnala come oppositore di Lutero e riceve dal Papa Leone X (1475-1521) il titolo di "difensore della fede". Nel 1527, tuttavia, chiede al Papa Clemente VII (1478-1534) l'annullamento del suo matrimonio con Caterina d'Aragona (1485-1536) zia dell'imperatore di Spagna Carlo V (1500-1558, che Enrico aveva potuto sposare solo grazie a una dispensa papale, trattandosi della vedova di suo fratello). Complesse questioni politiche si intrecciano con questa vicenda matrimoniale, e si collegano al rifiuto del Papa di concedere quello che egli considera un divorzio. Nel 1531 la Camera dei Lord proclama Enrico "Capo supremo della Chiesa e del clero d'Inghilterra". È lo scisma, consacrato dall'instaurazione del filo-luterano Thomas Cranmer (1489-1556) - che nel 1533 si affretterà ad annullare il matrimonio fra Enrico e Caterina - come arcivescovo di Canterbury. L'Atto di Supremazia del 1534, che fa seguito alla scomunica romana, consacra la nascita di una Chiesa nazionale.

Nonostante Cranmer, la Chiesa "anglicana" conserva numerose caratteristiche di tipo cattolico. Solo dopo la morte di Enrico VIII (1547) Cranmer - che perirà nel corso dell'effimera reazione cattolica di Maria Tudor (1516-155[SM=g27989] - farà approvare una nuova liturgia in lingua inglese (Prayer Book) nel 1549, più "protestante" in una seconda edizione del 1552. Sotto il regno di Elisabetta I (1533-1603, regina dal 155[SM=g27989] il Prayer Book è rivisto (1559) in senso meno anticattolico, ma i Quarantadue articoli di fede, che risalivano al 1553, diventano nel 1571 i Trentanove articoli, di orientamento più protestante, sebbene moderato. Fin dall'epoca di Elisabetta I la religione anglicana - che, come si è accennato, alcuni considerano un tertium genus fra cattolicesimo e protestantesimo - si presenta come compromesso fra elementi di provenienza cattolica (temperati da una avversione per Roma e per il Papato) e di provenienza protestante. A poco a poco le due tendenze si organizzano in correnti o partiti, detti "Chiesa alta" (più conservatrice e "cattolica") e "Chiesa bassa" (più filo-protestante).

Tra il Settecento e l'Ottocento nell'ambito dei due partiti sorgono dapprima un movimento evangelical, legato ai diversi risvegli che caratterizzano le comunità del primo protestantesimo in tutto il mondo, e in seguito un movimento "trattariano" (da una serie di opuscoli detti Tracts for the time pubblicati a partire dal 1833), o "movimento di Oxford", più decisamente filo-cattolico. Tra i dirigenti del "movimento di Oxford", John Henry Newman (1801-1890), passa nel 1845 alla Chiesa cattolica (dove diventerà cardinale), mentre Edward Bouverie Pusey (1800-1882) organizza una influente corrente "anglo-cattolica" all'interno della Chiesa anglicana. Oggi le distinzioni fra "Chiesa alta" e "Chiesa bassa" sono meno rilevanti, e la Chiesa si è piuttosto divisa su questioni come l'ordinazione sacerdotale delle donne e il ruolo delle persone omosessuali.

La decisione del Sinodo della Chiesa anglicana di ammettere le donne al sacerdozio (11 novembre 1992) e le prime ordinazioni (12 marzo 1994) hanno creato problemi difficili al processo di riavvicinamento ecumenico fra anglicani e cattolici. Le donne erano peraltro già ammesse al sacerdozio in altre Chiese anglicane (a Hong Kong dal 1971, dopo una prima ordinazione contestata nel 1944, in Canada dal 1975, negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda dal 1976, in Australia e Sud Africa dal 1992). Guardano in effetti a Canterbury come a una sorta di Chiesa madre quaranta Chiese nazionali autonome che formano la Comunione anglicana e si riuniscono a partire dal 1867 ogni dieci anni nelle Conferenze di Lambeth.

Al di fuori della Gran Bretagna, la più influente Chiesa anglicana è quella degli Stati Uniti che, dopo la Rivoluzione americana (che la mette in profonda crisi per il suo carattere "inglese"), si riorganizza nel 1783 con il nome di "Chiesa protestante episcopale" (dal 1967, semplicemente "Chiesa episcopale"). Anche negli Stati Uniti le questioni relative all'ordinazione delle donne e alla posizione degli omosessuali hanno determinato negli ultimi anni diversi scismi di carattere "tradizionalista". I membri della Chiesa episcopale ("episcopaliani") negli Stati Uniti sono due milioni e mezzo, e il numero appare negli ultimi anni decrescente. La comunità episcopaliana ha tuttavia un'importante presenza in settori chiave dell'economia, della politica e della cultura degli Stati Uniti.

Nel mondo, adottando i criteri statistici di David Barrett, i membri della Comunione anglicana erano - nel 2000 - 79.650.000. Per quanto riguarda le cifre valgono comunque a proposito degli anglicani considerazioni di ordine generale che possono riferirsi a tutto il primo protestantesimo. Si tratta di una corrente ancora maggioritaria in molti paesi europei (non in Italia, dove tra i protestanti sono certamente più numerosi i pentecostali), ma ormai minoritaria negli Stati Uniti e su scala mondiale. Le "Chiese della Comunione anglicana nell'Europa Continentale" comprendono la Diocesi Anglicana in Europa (cioè la diocesi in Europa continentale della Chiesa d'Inghilterra), la Convocazione delle Chiese episcopali americane in Europa, la Chiesa Riformata Episcopale Spagnola, la Chiesa Cattolica Apostolica Evangelica Lusitana e le Chiese vetero-cattoliche dell'Unione di Utrecht che sono in comunione con il mondo anglicano. Si parla anche di "Chiese di Porvoo" (Porvoo Churches) con riferimento alle Chiese che hanno sottoscritto a Porvoo, in Finlandia, nel 1992 una dichiarazione di reciproco riconoscimento dei ministeri e dei sacramenti: da una parte le Chiese anglicane della Gran Bretagna (Chiesa d'Inghilterra, Chiesa d'Irlanda, Chiesa episcopale di Scozia, Chiesa in Galles), dall'altra sei Chiese luterane scandinave e baltiche (Chiese evangeliche luterane di Estonia, Finlandia, Islanda e Lituania; Chiesa di Norvegia, Chiesa di Svezia).

B.: Sui problemi storiografici cfr. Stephen Sykes - John Booty (a cura di), The Study of Anglicanism, SPCK, Londra e Fortress Press, Philadelphia, 1988. In genere: Cesare Alzati (a cura di), L'anglicanesimo, Marietti, Genova 1992; e Michele Cassese, Holy Communion. La Santa Cena anglicana (1662), Marietti, Genova 1996. Sul problema dell'ordinazione delle donne: The Ordination of Women to the Priesthood. The Synod Debate, 11 November 1992. The Verbatim Record, Church House Publishing, Londra 1992. Sulla Chiesa episcopaliana in America: David L. Holmes, A Brief History of the Episcopal Church, Trinity Press International, Valley Forge (Pennsylvania) 1993; e sui suoi problemi attuali: John Booty, The Episcopal Church in Crisis, Cowley Publications, Cambridge (Massachusetts) 1988.


«Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l’Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato»
(P. Teilhard de Chardin, La vision du passé, in “Inno dell’universo”, Queriniana, Brescia 1995, p. 76)>>



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Sharia: Anglicani nella bufera




L'arcivescovo di Canterbury ha suggerito di accogliere alcune parti della legge religiosa islamica nel "corpus" giuridico britannico.


L’arcivescovo di Canterbury, che qualcuno si è affrettato a ribattezzare “l’Imam di Canterbury” è al centro in queste ore di una polemica furiosa, dopo alcune sua dichiarazioni rese alla BBC qualche giorno fa. “E' inevitabile che nel Regno Unito si adottino parti della Sharia”, la legge islamica, ha detto Rowan Williams, affermando poi che il Regno Unito «deve prendere atto» del fatto che alcuni suoi cittadini non si riconoscono nel sistema legale britannico. Adottare in parte la legge religiosa islamica potrebbe ridurre le tensioni sociali. Se si adottasse la Sharia, i musulmani potrebbero risolvere le dispute coniugali o le questioni finanziarie in un tribunale islamico. “Gli islamici non dovrebbero essere costretti a scegliere l'alternativa secca tra la lealtà culturale e la lealtà allo Stato - ha detto l'alto prelato -. Questo prevede che la legge islamica sia meglio compresa, mentre al momento l'argomento è offuscato dal sensazionalismo dei sondaggi d'opinione. Naturalmente, nessuno sano di mente vorrebbe vedere in questo Paese l'inumanità che alle volte viene associata con la pratica della legge in alcuni stati islamici. Come le punizioni estreme o l'atteggiamento verso le donne. E in nessun caso essa precederebbe i diritti che si hanno come cittadini. Ma dire che c'è una legge per tutti è un po' pericoloso. C'è spazio per scoprire come accogliere costruttivamente alcuni aspetti della legge islamica, ad esempio nelle dispute coniugali, così come facciamo con altri aspetti della legge religiosa. Peraltro, alcuni aspetti della Sharia vengono già riconosciuti nella nostra società e nella nostra legge, non si tratta di adottare un sistema alieno o rivale”. L'arcivescovo ha ricordato come tribunali ortodossi ebraici siano già attivi nel Regno Unito. Un milione e ottocentomila seguaci dell’Islam vivono nelle isole. Non senza problemi: il vescovo anglicano di Rochester, Michael Nazir-Ali, ha chiesto la protezione della polizia dopo aver ricevuto minacce di morte per aver scritto un articolo in cui affermava che i fondamentalisti islamici hanno trasformato alcune zone del Regno Unito in zone in cui è meglio che i non musulmani non vadano. “Ma che cosa succede ai musulmani che diventano cristiani – si è chiesto un commentatore -? Devono morire.? Il vescovo di Rochester, Michael Nazir-Ali è fglio di un convertito dall’Islam. Michael stesso è stato cattolico romano fino a 15 anni, e poi anglicano a 20. Se vivesse in Pakistan sarebbe in pericolo. E forse lo sarà anche in Inghilterra, se la Sharia lo raggiunge”. Rowan Williams ha gettato via il discorso che aveva preparato per il Sinodo anglicano, che si apre oggi, e parlerà a braccio per rispondere alla polemica. Lord George Carey, il suo predecessore si è dichiarato contrario all’idea di concedere dello spazio alla Sharia nella legislazione britannica. E il cardinale Cormac Murphy O’Connor ha detto che “quando le persone vengono in questo paese, devono obbedire alle leggi del paese. E ci sono aspetti della Sharia che certamente noi non vogliamo in questo paese”. Che cosa ne pensate? Bisognerebbe fare spazio a “pezzi” della legislazione civile dei paesi d’origine per accogliere gli immigrati?
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