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Solo Dio mi può redimere?

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2011 19:44
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Città: ROMA
Età: 54
Sesso: Maschile
16/10/2011 19:33

trianello:
La questione può essere affrontata sotto diversi punti di vista. Interessante è, a questo proposito, la citazione che Mario ha fatto di Sant'Anselmo d'Aosta, la quale sottintende un discorso metafisico assai complesso secondo cui l'uomo non può essere veramente libero se non è soggetto a Dio e a lui soltanto (ma qui il discorso si farebbe, appunto, assai complesso).
Il modo più semplice di affrontare la questione è quello di rifarsi ad un approccio di tipo “legale” (che è appunto solo uno degli approcci possibili alla materia, ma è certamente il più intuitivo).
L’umanità, per via del peccato originale, era esclusa dalla visione di Dio. Essa era una massa condannata alla perdizione (massa peditionis, come dice S. Agostino). Dio ha comunque deciso di intervenire per salvare le sue amate creature da questa triste condizione. Certamente, però, Dio non poteva fare come se il peccato non ci fosse: Egli infatti è assoluta verità e l’esistenza del peccato è una verità. Dio avrebbe potuto offrire ad ogni singolo uomo la grazia del pentimento, dando così ad ognuno la possibilità di redimersi. In questo caso, però, il peccato non sarebbe stato adeguatamente riparato. Il peccato, infatti, ha una gravità infinita (sul piano morale), in quanto offesa a Dio, la cui dignità è infinita, mentre le opere buone delle persone umane (nel caso di eventuali opere compiute per riparare al peccato) hanno sempre un valore finito. Pertanto, anche se pentito e desideroso di riparare al peccato, l’uomo non sarebbe mai stato in grado di soddisfare adeguatamente l’offesa fatta a Dio e lo stesso discorso vale per qualsiasi creatura (sia pure la più eccelsa), la quale godrà sempre di una dignità in qualche modo limitata, in quanto essere per partecipazione, rispetto all'essere sussistente che è Dio e che gode di una dignità infinita (e qui rimando al concetto di creazione ed al rapporto tra creatura e Creatore).
Era necessario conciliare misericordia e giustizia. Ecco allora il perché dell’Incarnazione redentrice: il Verbo eterno, assumendo la natura umana, si è fatto solidale con gli uomini e a nome nostro ha offerto a Dio il sacrificio riparatore. Tale sacrificio, in quanto compiuto da uno di noi a nome nostro, appartiene a tutti noi. D’altro canto, essendo stato compiuto dal Verbo, che è Dio, ha quel valore infinito che nessuna opera semplicemente umana avrebbe mai potuto avere.
Con la morte e la resurrezione di Cristo si è realizzata la redenzione dell’umanità ed è stata riaperta per ognuno di noi la strada che conduce alla salvezza.
[Modificato da (Mario70) 16/10/2011 19:33]
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