Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Tito2:13 Verso scritturale di Cristo Dio

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2008 15:11
02/01/2008 10:10
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.393
Post: 1.100
Registrato il: 28/03/2007
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Interessato Forum
OFFLINE
Re: Re: Re: Re: Re: Re:
andreiu2, 01/01/2008 16.24:



Non ho conoscenza delle opere patristiche. Ogni passo però deve essere contestualizzato, perciò se siamo sempre ai canoni di Pr 24:21 le mie risposte le sai già.







***Il fatto che non l'abbiano fatto altri, non significa che non sia una considerazione valida.


Che la scrittura di Prov.24:21 venga presa in considerazione relativamente alla regola di Sharp e' fuori discussione. Lo testimoniano e i lavori di diversi autori tra i piu' importanti. Negarlo o sminuirlo non cambia la realta' delle cose.Wallace docet.E ripeto non e' il solo. O sbaglia esaminando questa scrittura?
Se sbaglia, e io non credo, dovete rivolgervi ad uno della vostra stessa sponda e farglielo notare.
La punteggiatura e' irrilevante.Quando e' stata inserita la punteggiatura nei testi biblici?

***Dove sono i due soggetti in 2 Pt 1:1? Io ne leggo uno solo "Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ottenuto una fede preziosa quanto la nostra nella giustizia del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo", i due soggetti sono nel secondo versetto in cui anche il costrutto greco è diverso "charis humin kai eirênê plêthuntheiê en epignôsei tou theou kai Iêsou tou kuriou hêmôn.. Nota la presenza del secondo articolo nell'ultima pericope.

Ma per favore.
La struttura grammaticale delle due frasi e' sostanzialmente identica.
Vedi sotto.


***Interessante notare come citi un autore trinitario che arriva poi alle conclusioni opposte alle tue.

Interessante si'. Dimostra , come e' dimostrato, che Wallace prende in esame la scrittura in relazione alla regola di Sharp.


***Ho un grande rispetto per studiosi del calibro di Wallace perciò non farmi passare per ciò che non sono

No, caro amico. Tu hai affermato che Prov,24:21 con la regola di Sharp non c'entra nulla. O per usare le parole tue non conta.
Puoi serenamente ammettere che sei stato smentito.
E a questo punto permettimi una postilla personale. Prima di tirare conclusioni affrettate sugli altri bisognerebbe essere molto cauti.
Certo, se io adesso scendessi al tuo livello potrei girare a te le considerazioni affrettate che tu hai fatto su di me.
Potrei dirti, con qualche ragionevole elemento di prova, che tutta questa tua conoscenza della lingua che hai sbandierato mi lascia perplesso . Oppure, cosa ancora piu' grave, potrei dirti che la tua conoscenza dei lavori in materia e' gravemente carente.
Ma non lo faro', perche' caro amico, a me non interessano i tuoi diplomi o le tue lauree. A me interessano i contenuti.
E spero di non dover tornare piu' su questo argomento che non ho sollevato io ma tu.

***Ma in Tt 2:13 che è l'argomento del 3d ci troviamo in tutto un altro contesto che sembra tu ignori volutamente.

Ah davvero?
Io sto parlando di eccezioni alla regola di Sharp in ambito traduttivo e patristico per poi tornare a Tito 2:13.
Se a te questo sembra fuori dal contesto che devo dirti. Convinto tu.

***Non ho conoscenza delle opere patristiche. Ogni passo però deve essere contestualizzato, perciò se siamo sempre ai canoni di Pr 24:21 le mie risposte le sai già.

Che tu non ne abbia conoscenza non cambia la realta' delle cose.


Tornando alla scrittura di Prov.24:21 resta da vedere se puo' essere considerata una eccezione alla regola di Sharp.
Secondo me si e per un semplice motivo:
Fobou ton theon uie kai basilea
I due nomi , Dio e re , sono cosi' diversi che non esiste ragionevole dubbio per fare confusione nemmeno se si omette il secondo articolo.
Questo aspetto , unito al contesto in cui la scrittura si trova ,ci da' la conferma.
Il contesto.
E' corretto affermare che ricorrere al contesto o a scritture simili puo' essere un mezzo utile, non l'unico, per comprendere un certo passo specie quando tali scritture sono controverse .
E visto che il contesto e' stato tirato in ballo per capire certi passsi biblici, vorrei proporre alcuni esempi che ci fanno rimanere in tema di regola di Sharp e ci riportano alla scrittura di Tito 2:13:

1) Tito 2:13
Tou megalou theou kai soteros hemon Kristou Iesou
Del grande Dio e ( del ) salvatore nostro Cristo Gesu'

Tito 1:4
Apo theou patros kai Kristou Iesou tou soteros hemon
Da Dio Padre e ( da ) Cristo Gesu' il salvatore nostro

In particolare da notare la parola associata a Dio , che passa
da padre a grande .
Se Paolo avesse semplicemente ripetuto padre in Tito 2:13 non ci
sarebbe stata nessuna controversia sul brano.
I trinitari in genere traducono Tito 2:13 invocando la regola di
Sharp ( un soggetto) mentre in Tito 1:4 ne evidenziano due.

2) Tito 2:13
Tou megalou theou kai soteros hemon Kristou Iesou
Del grande Dio e ( del ) salvatore nostro Cristo Gesu'

2Tessalonicesi 1:12
Tou theou hemon kai kuriou Iesou Kristou
Del Dio nostro e ( del ) Signore Gesu' Cristo


Nel secondo caso i trinitari traducono o indicano in calce che le
persone di cui si parla sono due mentre abbiamo gia' visto cosa
fanno nel caso di Tito2:13
Alcuni esempi di traduzioni italiane che si comportano cosi':
Cei
Diodati
Nuova Diodati
Nuova Riveduta
Ricciotti
Parola del Signore
Nuovissima versione della Bibbia

3) 2Pietro 1:1
Tou theou hemon kai soteros Iesou Kristou
Del Dio nostro e ( del ) salvatore Gesu' Cristo

2Pietro 1:2
Tou theou kai Iesou tou kuriou hemon
Del Dio e ( di ) Gesu' il signore nostro.

Qui la distanza e' solo di un versetto. Eppure i trinitari
traducono il versetto 2 evidenziando due persone mentre in genere
al versetto 1, invocando anche la regola di Sharp , ne evidenziano
una sola

Ma allora mi chiedo. E il contesto? E le scritture simili o praticamente uguali dove vanno a finire?
Se il contesto ci indica due persone perche' se ne mette in rilievo una sola?














02/01/2008 10:31
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.393
Post: 1.100
Registrato il: 28/03/2007
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Interessato Forum
OFFLINE
Re:
Teodoro Studita, 02/01/2008 0.57:


Ora, sarebbe davvero bizzarro che una "regola" della lingua greca si possa dedurre solo dal NT, come se fosse una lingua speciale!



Ma lo è, come chiunque abbia compiuto degli studi di base sul greco biblico sa benissimo. Il fatto che continui a produrre apoftegmi come "la regola di Sharp è ridicola" come se non dico fossi un esperto mondiale di greco biblico ma anche appena appena conoscessi il greco scolastico non fa altro che infastidire i tuoi interlocutori, anche se ammetto che rende il tutto abbastanza esilarante da un osservatorio esterno come ormai è il mio.
Cordialità,




Infatti qui e' pieno di esperti mondiali di greco biblico.
Comunque, pur non essendo un esperto mondiale ne' nazionale di greco biblico, come invece sei tu, ti faccio notare che ad esempio la grammatica greca di Smyth(Smyth Herbert Weir) , la grammatica greca standard almeno in campo anglosassone, non parla mai di regola di Sharp.
Evidentemente un altro incompetente rispetto ai grandi grecisti che ci sono qui.
Se vuoi ti indico dove trovare degli esempi interessanti posti da questo autore nel suo lavoro e che chiariscono molto le idee.
E adesso ti lascio alla tua ilarita'.


02/01/2008 10:41
 
Modifica
 
Quota
Post: 715
Post: 190
Registrato il: 13/03/2006
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Benvenuto
OFFLINE
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
descubridor, 02/01/2008 10.10:






Che la scrittura di Prov.24:21 venga presa in considerazione relativamente alla regola di Sharp e' fuori discussione. Lo testimoniano e i lavori di diversi autori tra i piu' importanti. Negarlo o sminuirlo non cambia la realta' delle cose.Wallace docet.E ripeto non e' il solo. O sbaglia esaminando questa scrittura?
Se sbaglia, e io non credo, dovete rivolgervi ad uno della vostra stessa sponda e farglielo notare.
La punteggiatura e' irrilevante.Quando e' stata inserita la punteggiatura nei testi biblici?



Come ti ripeto per l'ennesima volta è il testo stesso di Pr 24:21 che mi presenta i due soggetti. Sembra che tu ti soffermi solo sulla prima parte del passo, escludendo il resto. La punteggiatura? Certo non è negli originali, ma è chiaro che quando è stata inserita si è tenuto conto del passo e del contesto. Non è a caso quindi che sia così.



Interessante si'. Dimostra , come e' dimostrato, che Wallace prende in esame la scrittura in relazione alla regola di Sharp.



La prende in considerazione sulla base della prima parte del passo mi pare. Io non ho il libro del Wallace perciò non so dire. Ma da un punto di vista esegetico è chiaro il distinguo dei due soggetti.


No, caro amico. Tu hai affermato che Prov,24:21 con la regola di Sharp non c'entra nulla.



Non conta sulla base del contesto e poi, visto che era la prima volta che davo uno sguardo nel greco di Pr 24:21, mi pareva piuttosto evidente una certa differenza di costrutto da Tt 2:13 notabdo la posizione di "uie" nel testo.


E a questo punto permettimi una postilla personale. Prima di tirare conclusioni affrettate sugli altri bisognerebbe essere molto cauti.
Certo, se io adesso scendessi al tuo livello potrei girare a te le considerazioni affrettate che tu hai fatto su di me.



Se ti ho offeso ti chiedo scusa.



Potrei dirti, con qualche ragionevole elemento di prova, che tutta questa tua conoscenza della lingua che hai sbandierato mi lascia perplesso . Oppure, cosa ancora piu' grave, potrei dirti che la tua conoscenza dei lavori in materia e' gravemente carente.



Tua personale opinione, altri apprezzano la mia conoscenza di greco pur non essendo enciclopedica.



Ma non lo faro', perche' caro amico, a me non interessano i tuoi diplomi o le tue lauree. A me interessano i contenuti.
E spero di non dover tornare piu' su questo argomento che non ho sollevato io ma tu.



In modo diplomatico me l'hai comunque detto.





Tornando alla scrittura di Prov.24:21 resta da vedere se puo' essere considerata una eccezione alla regola di Sharp.
Secondo me si e per un semplice motivo:
Fobou ton theon uie kai basilea
I due nomi , Dio e re , sono cosi' diversi che non esiste ragionevole dubbio per fare confusione nemmeno se si omette il secondo articolo.
Questo aspetto , unito al contesto in cui la scrittura si trova ,ci da' la conferma.
Il contesto.
E' corretto affermare che ricorrere al contesto o a scritture simili puo' essere un mezzo utile, non l'unico, per comprendere un certo passo specie quando tali scritture sono controverse .
E visto che il contesto e' stato tirato in ballo per capire certi passsi biblici, vorrei proporre alcuni esempi che ci fanno rimanere in tema di regola di Sharp e ci riportano alla scrittura di Tito 2:13:

1) Tito 2:13
Tou megalou theou kai soteros hemon Kristou Iesou
Del grande Dio e ( del ) salvatore nostro Cristo Gesu'

Tito 1:4
Apo theou patros kai Kristou Iesou tou soteros hemon
Da Dio Padre e ( da ) Cristo Gesu' il salvatore nostro

In particolare da notare la parola associata a Dio , che passa
da padre a grande .
Se Paolo avesse semplicemente ripetuto padre in Tito 2:13 non ci
sarebbe stata nessuna controversia sul brano.
I trinitari in genere traducono Tito 2:13 invocando la regola di
Sharp ( un soggetto) mentre in Tito 1:4 ne evidenziano due.

2) Tito 2:13
Tou megalou theou kai soteros hemon Kristou Iesou
Del grande Dio e ( del ) salvatore nostro Cristo Gesu'

2Tessalonicesi 1:12
Tou theou hemon kai kuriou Iesou Kristou
Del Dio nostro e ( del ) Signore Gesu' Cristo


Nel secondo caso i trinitari traducono o indicano in calce che le
persone di cui si parla sono due mentre abbiamo gia' visto cosa
fanno nel caso di Tito2:13
Alcuni esempi di traduzioni italiane che si comportano cosi':
Cei
Diodati
Nuova Diodati
Nuova Riveduta
Ricciotti
Parola del Signore
Nuovissima versione della Bibbia

3) 2Pietro 1:1
Tou theou hemon kai soteros Iesou Kristou
Del Dio nostro e ( del ) salvatore Gesu' Cristo

2Pietro 1:2
Tou theou kai Iesou tou kuriou hemon
Del Dio e ( di ) Gesu' il signore nostro.

Qui la distanza e' solo di un versetto. Eppure i trinitari
traducono il versetto 2 evidenziando due persone mentre in genere
al versetto 1, invocando anche la regola di Sharp , ne evidenziano
una sola

Ma allora mi chiedo. E il contesto? E le scritture simili o praticamente uguali dove vanno a finire?
Se il contesto ci indica due persone perche' se ne mette in rilievo una sola?



Hai letto il link che ti ho citato? Risponde alle tue domande.

[SM=g27985]

















02/01/2008 11:56
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.393
Post: 1.100
Registrato il: 28/03/2007
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Interessato Forum
OFFLINE
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
andreiu2, 02/01/2008 10.41:








Il link che hai inserito e che gia' conoscevo non risponde in modo soddisfacente a quanto ho scritto.
Aspetto risposte piu' articolate .
Vi appellate al contesto et similia. Ma quando ve lo fanno notare in relazione a certe scritture allora il contesto non e' piu' valido.
Ci si rifugia strettamente nella regola di Sharp.
Non e' un modo coerente di agire e dimostra la debolezza di certe argomentazioni.
Per il resto non e' questione di offendersi, te l'ho gia' detto.
Nemmeno io sono una enciclopedia . E sbaglio spesso.
Quello che non sopporto e' la spocchia di certuni che si credono chissa' chi ma in quanto a conoscenza non sono poi cosi' nell'empireo mi pare.
La questione della conoscenza della lingua non l'ho tirata fuori io , ma tu. Io non l'avrei mai fatto
Tu sei il secondo che tira fuori tale questione.E ti avevo avvertito che l'altra persona che ha tentato questo giochetto non ne e' uscita bene. Ma chissa' come mai certe cose vengono fuori solo in relazione ai tdg
Qualsiasi altra persona puo' scrivere qui ogni castroneria e nessuno dice niente.
Sai e' un vizio tutto italiano parlare non di contenuti, ma di pezzi di carta.
E allora, quando qualcuno si pone su questo piano,bisogna tirarlo giu' dall'alto dei cieli.
Speriamo di poterci confrontare sui contenuti e non sui nostri studi classici o universitari.
Mi fa piacere che tra le righe ammetti la questione di Prov.24:21.
Non si tratta di contesto o meno. La scrittura e' presa in considerazione come possibile eccezione a Sharp dai trinitari stessi.
Non c e' santo che tenga. Curioso che debba essere un tdg a evidenziarlo.
La punteggiatura ripeto e' irrilevante perche' con essa posso fare dire al testo cio' che voglio. E non e' il caso che ti faccia l'esempio classico , vero?
A proposito, il link che mi proponi e' smentito da Wallace stesso.
Leggi quanto ti ho citato di lui e confrontalo con quanto espresso nel link.





02/01/2008 12:14
 
Modifica
 
Quota
Re: Re:
descubridor, 02/01/2008 10.31:


ti faccio notare che ad esempio la grammatica greca di Smyth(Smyth Herbert Weir) , la grammatica greca standard almeno in campo anglosassone, non parla mai di regola di Sharp.
Evidentemente un altro incompetente rispetto ai grandi grecisti che ci sono qui.



Qui l'unico incompetente sei tu, che non hai ancora realizzato che il poco greco che hai imparato a scuola non ha nulla a che vedere con il greco neotestamentario. Se avessi avuto quel minimo di buon senso di aprire una grammatica di koinè di NT avresti trovato almeno 5 o 6 definizioni della regola di Sharp. Ad esempio nel Dana - Mantey la trovi a p.147, ma poi è pieno di autori che spiegano perché tradurre questo Tito 2,13 così e non diversamente in base alla regola di Sharp, basta leggere Robertson, Moulton, lo stesso Kittel.

Gli esempi di eccezioni tratte dalla patristica non fanno altro che confermare il tuo disordine mentale, perché non esiste un "greco patristico", esistono diversi autori che utilizzano registri e modi linguistici individuali, alcuni vicini al koiné, altri al greco classico, altri al greco semitizzato o septuagintico, senza contare lo stato testuale degli esempi che hai citato, visto che per molti autori non esistono edizioni critiche. Stabilire confronti tra lingue diverse semplicemente non ha senso.
Nel NT, viceversa, non ci sono eccezioni alla regola di Sharp nelle sue formulazioni più moderne. Ti è già stato inoltre fatto notare (come del resto anche in W. F. Moulton, and A. S. Geden, Concordance to the Greek Testament, p. 374.) che in tutto il NT επιφανεια non è mai associato al Padre.

Ma è del tutto ovvio che a te non interessa capire come stanno le cose, ma semplicemente trovare qualsiasi forma di appiglio che possa in qualche modo giustificare ciò che tu aprioristicamente ritieni corretto, il che è epistemologicamente aberrante.

Cordialità,







02/01/2008 12:38
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.393
Post: 1.100
Registrato il: 28/03/2007
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Interessato Forum
OFFLINE
Re: Re: Re:
Teodoro Studita, 02/01/2008 12.14:



Qui l'unico incompetente sei tu, che non hai ancora realizzato che il poco greco che hai imparato a scuola non ha nulla a che vedere con il greco neotestamentario. Se avessi avuto quel minimo di buon senso di aprire una grammatica di koinè di NT avresti trovato almeno 5 o 6 definizioni della regola di Sharp. Ad esempio nel Dana - Mantey la trovi a p.147, ma poi è pieno di autori che spiegano perché tradurre questo Tito 2,13 così e non diversamente in base alla regola di Sharp, basta leggere Robertson, Moulton, lo stesso Kittel.

Gli esempi di eccezioni tratte dalla patristica non fanno altro che confermare il tuo disordine mentale, perché non esiste un "greco patristico", esistono diversi autori che utilizzano registri e modi linguistici individuali, alcuni vicini al koiné, altri al greco classico, altri al greco semitizzato o septuagintico, senza contare lo stato testuale degli esempi che hai citato, visto che per molti autori non esistono edizioni critiche. Stabilire confronti tra lingue diverse semplicemente non ha senso.
Nel NT, viceversa, non ci sono eccezioni alla regola di Sharp nelle sue formulazioni più moderne. Ti è già stato inoltre fatto notare (come del resto anche in W. F. Moulton, and A. S. Geden, Concordance to the Greek Testament, p. 374.) che in tutto il NT επιφανεια non è mai associato al Padre.

Ma è del tutto ovvio che a te non interessa capire come stanno le cose, ma semplicemente trovare qualsiasi forma di appiglio che possa in qualche modo giustificare ciò che tu aprioristicamente ritieni corretto, il che è epistemologicamente aberrante.

Cordialità,










No guarda , caro oracolo del Pireo, che se qui c'e' qualcuno cui non interessano le cose quello sei tu.
Non sai nemmeno di cosa parlano gli altri e vieni a pontificare?
Ma pensa al tuo di disordine mentale.
Intanto io non ho mai scritto che non esiste una regola di Sharp, ma tu nella tua aberrazione mentale ,evidentemente credi il contrario
Leggi i post altrui. Almeno ti eviti figure come questa.Figure di non dico cosa.
Per quanto riguarda il resto, al di la' delle tue ampollosita' che nascondono il vuoto , informati.
Esistono autori che hanno esaminato la questione anche nella letteratura patristica e nel relativo greco.
Quindi prima di sparare castronerie che dimostrano queste si la tua incompetenza, pensaci non una ma mille volte.
Ti eviti di nuovo figure simili a quelle indicate sopra.
Esempio di spocchia vuota e inutile.
E vieni a parlare a me di essere aprioristico.
Ma pensa a te che fai meglio.
E per quanto riguarda la grammatica di Smyth dimostri di non conoscerla nemmeno.In particolare leggi la sezione 1129,1140 1143 e 1144.Studiala e poi torna che ti spiego.Magari ti apre la mente.
Fai ridere.



[Modificato da descubridor 02/01/2008 13:41]
02/01/2008 14:24
 
Modifica
 
Quota
Post: 715
Post: 190
Registrato il: 13/03/2006
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Benvenuto
OFFLINE
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
descubridor, 02/01/2008 11.56:




Il link che hai inserito e che gia' conoscevo non risponde in modo soddisfacente a quanto ho scritto.



Non so cosa dire, io l'ho trovato molto esaustivo. Tra l'altro vengono esaminati i passi che tu stesso hai citato.


Aspetto risposte piu' articolate .



Francamente non so cosa vuoi sapere di più. Su Pr 24:21 ti ho già detto come la pensoe come ti ha fatto notare Teodoro un conto è il greco della LXX, un conto è il greco neotestamentario tanto che ci sono grammatiche specifiche proprio per il greco del NT.


Vi appellate al contesto et similia. Ma quando ve lo fanno notare in relazione a certe scritture allora il contesto non e' piu' valido.
Ci si rifugia strettamente nella regola di Sharp.



Non mi hai ancora spiegato come fai a collegare l'epifaneia al Padre. Stando alla traduzione della TNM, così sarebbe. Me lo puoi spiegare, visto e considerato che l'epifaneia è sempre collegata al Figlio?


Non e' un modo coerente di agire e dimostra la debolezza di certe argomentazioni.



Ma a cosa ti riferisci? Su 2 Pt 1:1 è la stessa grammatica di Blass-Debrunner che identificano Dio e Salvatore in Gesù Cristo e ti vorrei ricordare che questa è una delle grammatiche più complete e ricche di contenuto. Cmq puoi anche leggere il Robertson ed altri. Per quanto concerne 2 Pt 1:2 invece basta che dai uno sguardo alle varie tipologie di saluto di Paolo e MAI Paolo rivolge i suoi saluti parlando di una sola persona, ma almeno due persone, generalmente il Padre ed il Figlio. Ecco perchè la presenza dell'articolo. Anche se non ci fosse verrebbe naturale suddividere i due soggetti.




02/01/2008 16:06
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.393
Post: 1.100
Registrato il: 28/03/2007
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Interessato Forum
OFFLINE
Re: Re: Re:
Teodoro Studita, 02/01/2008 12.14:



Qui l'unico incompetente sei tu, che non hai ancora realizzato che il poco greco che hai imparato a scuola non ha nulla a che vedere con il greco neotestamentario. Se avessi avuto quel minimo di buon senso di aprire una grammatica di koinè di NT avresti trovato almeno 5 o 6 definizioni della regola di Sharp. Ad esempio nel Dana - Mantey la trovi a p.147, ma poi è pieno di autori che spiegano perché tradurre questo Tito 2,13 così e non diversamente in base alla regola di Sharp, basta leggere Robertson, Moulton, lo stesso Kittel.

Gli esempi di eccezioni tratte dalla patristica non fanno altro che confermare il tuo disordine mentale, perché non esiste un "greco patristico", esistono diversi autori che utilizzano registri e modi linguistici individuali, alcuni vicini al koiné, altri al greco classico, altri al greco semitizzato o septuagintico, senza contare lo stato testuale degli esempi che hai citato, visto che per molti autori non esistono edizioni critiche. Stabilire confronti tra lingue diverse semplicemente non ha senso.
Nel NT, viceversa, non ci sono eccezioni alla regola di Sharp nelle sue formulazioni più moderne. Ti è già stato inoltre fatto notare (come del resto anche in W. F. Moulton, and A. S. Geden, Concordance to the Greek Testament, p. 374.) che in tutto il NT επιφανεια non è mai associato al Padre.

Ma è del tutto ovvio che a te non interessa capire come stanno le cose, ma semplicemente trovare qualsiasi forma di appiglio che possa in qualche modo giustificare ciò che tu aprioristicamente ritieni corretto, il che è epistemologicamente aberrante.

Cordialità,










***Stabilire confronti tra lingue diverse semplicemente non ha senso.

Alcuni esempi di incompetenti( ovviamente secondo i parametri del sommo grecista) che hanno osato mettere in relazione il greco della patristica con il Nuovo Testamento in relazione alla regola di Sharp:

-WORDSWORTH C, Six letters to Grenville Sharp,Esq.on his Remarks on the Uses of the Definitive Article ,F.e C. Rivington,Londra,1802

-KHUENE C.,The Greek Article and the Doctrine of Christ's Deity, Journal of Theology , 14Marzo 1874,p.17

-ABBOT E.,On the Construction of Titus 2:13,1882,pp.7-8

Ripeto, se cerchi un esempio di reale incompetente non devi andare molto distante.
Basta che prendi uno specchio.

02/01/2008 16:21
 
Modifica
 
Quota
Guarda caso tutti testi ottocenteschi.
Fattene una ragione, il "greco della patristica" esiste solo nella tua mente da dilettante, se oggi uno si mettesse a fare confronti grammaticali tra il greco di Paolo e quello di Massimo il Confessore (per fare un esempio), come minimo tutti gli riderebbero dietro. Se non riesci a capire che la scienza nell'ultimo secolo è andata talmente tanto avanti che non si può più parlare di "greco", ma bisogna distiguere tra "neotestamentario, septuagintico, di traduzione, classico, postclassico, koinè alesandrino, etc" non so che farci, resta sulla tua grammatica ottocentesca a pensare di aver capito tutto, e a dare dell'incompetente a chi almeno ha avuto la pazienza di laurearsi in filologia patristica prima di mettersi a discutere di queste cose.
Cordialità,
02/01/2008 17:11
 
Modifica
 
Quota
Post: 1.393
Post: 1.100
Registrato il: 28/03/2007
Sesso: Maschile
Scripta Manent...
Interessato Forum
OFFLINE
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
andreiu2, 02/01/2008 14.24:










***Non so cosa dire, io l'ho trovato molto esaustivo. Tra l'altro vengono esaminati i passi che tu stesso hai citato.

Ah beh, se tu l'hai trovato molto esaustivo non so cosa farci.
Spiegami ad esempio come si concilia quanto viene detto a proposito di Prov24:21 con quanto affermato da Wallace,trinitario come te.


***Francamente non so cosa vuoi sapere di più. Su Pr 24:21 ti ho già detto come la pensoe come ti ha fatto notare Teodoro un conto è il greco della LXX, un conto è il greco neotestamentario tanto che ci sono grammatiche specifiche proprio per il greco del NT.

Certo, quindi il discorso non ha senso.
Ma con tutti gli autori ( per la maggior parte trinitari) che ti ho citato la pensi ancora cosi'? Non dico essere d'accordo con me, ci mancherebbe, ma affermare che il discorso non ha senso?
E tu la grammatica di Smyth la conosci? Evidentemente no, altrimenti ti guarderesti bene dal ripetere le castronerie dell'oracolo del Pireo.


***Non mi hai ancora spiegato come fai a collegare l'epifaneia al Padre. Stando alla traduzione della TNM, così sarebbe. Me lo puoi spiegare, visto e considerato che l'epifaneia è sempre collegata al Figlio?

Il fatto che non ho ancora espresso il mio punto di vista l'avro' ripetuto dieci volte.
O fate finta di non capire o non so cosa pensare. Ho fatto un discorso piu' ampio e, checche' ne possiate dire voi, motivato ( vedi tutti gli autori trinitari citati). Adesso, se non devo rispondere ad emerite cavolate da parte di spocchiosi sapientoni che appaiono e scompaiono, torno a Tito2:13 e vedrai che lo analizzo passo passo, compresa poi l'epifaneia.

***Ma a cosa ti riferisci? Su 2 Pt 1:1 è la stessa grammatica di Blass-Debrunner che identificano Dio e Salvatore in Gesù Cristo e ti vorrei ricordare che questa è una delle grammatiche più complete e ricche di contenuto. Cmq puoi anche leggere il Robertson ed altri. Per quanto concerne 2 Pt 1:2 invece basta che dai uno sguardo alle varie tipologie di saluto di Paolo e MAI Paolo rivolge i suoi saluti parlando di una sola persona, ma almeno due persone, generalmente il Padre ed il Figlio. Ecco perchè la presenza dell'articolo. Anche se non ci fosse verrebbe naturale suddividere i due soggetti.

A parte che potrei citare autori che non identificano Gesu come Dio e Salvatore ti sottopongo solamente questa riflessione.
La formula dei saluti da parte di Paolo di per se' non risolve il problema perche' la costruzione sintattica delle due frasi e' praticamente identica ed e' molto difficile ritenere che possano essere tradotte in modi differenti.Ma aparte questo, guarda questi passi paralleli:
-2PIETRO1:1 Tou theou emon kai soteros Iesou Kristou
-2PIETRO1:11: Tou kuriou emon kai soteros Iesou Kristou
-2PIETRO2:20: Tou kuriou ( emon) kai soteros Iesou Kristou
-2PIETRO3:2 : Tou kuriou kai soteros
-2PIETRO3:18: Tou kuriou emon kai soteros Iesou Kristou

Non noti niente?



Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:59. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com